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Attacchi ai "dittatori" mondiali,soprattutto al presidente Usa, Donald Trump, definito come «ultimo dei narcisisti», e difesa delle proteste giovanili. Tra tutte, anche quelle delle sardine italiane che si confrontano con il«potenziale dittatore» Salvini. Geroge Soros, quasi novant'anni, non rinuncia a intervenire nel dibattito politico e lo fa dall'ottica globale di contrasto del nazionalismo identitario. L’occasione è stata la cena organizzata dalla sua Open Society Foundation a margine del Forum di Davos. «In Italia le sardine sono più degli squali e sono destinate a vincere», ha detto l’ex finanziere filantropo. «Sono giunto a questa conclusione quando ho saputo di questo movimento spontaneo di giovani che si sono rivoltati contro Matteo Salvini, potenziale dittatore italiano», ha affermato. «Questo mi porta a concludere che oggi i giovani possono aver trovato un modo di confrontarsi con la dittatura nazionalista». Secondo Soros, le Sardine sono la variante italiana di una tendenza guidata dai giovani che ha visto il suo culmine nelle proteste di Hong Kong, quelle di maggiore successo, anche al costo di distruggere forse la prosperità economica della città. Un endorsement che però potrebbe rivelarsi come un abbraccio mortale calcolando che, nella narrazione populista, Soros è raffigurato come una specie di male assoluto, simbolo della grande finanza e della speculazione. Ma il nemico" numero uno dell’ex finanziere dem resta il presidente Trump «un imbroglione e l’ultimo dei narcisisti che vuole che il mondo ruoti intorno a lui». Il discorso ruota intorno ai nuovi dittatori mondiali. «I poteri più forti di Usa, Cina e Russia restano nelle mani di veri o aspiranti dittatori». «Quando la fantasia di Trump di diventare presidente divenne realtà, il suo narcisismo sviluppò una dimensione patologica. Anzi, ha trasgredito i limiti imposti dalla presidenza e dalla Costituzione. Allo stesso tempo, è riuscito a raccogliere un gran numero di follower che hanno acquistato la sua realtà alternativa» ha affondato Soros.