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Una vera e propria bufera si abbatte sulla Rai dopo l'incredibile "inchiesta" della rubrica Parliamone sabato andata in onda nel programma La vita in diretta condotto da Paola Perego. L'oggetto della rubrica erano nientedimeno che le "donne dell'est", catalogate come fidanzate ideali per il maschio italiano, evidentemente poco contento dei livelli di emancipazione raggiunti dalla donna nel nostro paese. Roba da non credere ai propri occhi, tanto che a molti è sorto il dubbio che si trattasse di un inserto satirico. Purtroppo era tutto vero: «Dopo aver partorito recuperano un fisico marmoreo, sono sempre sexy, niente tute né pigiamoni, perdonano il tradimento, sono casalinghe perfette e non frignano», si poteva leggere nella grafica andata in onda, una lista che sembra uscita da un rotocalco degli anni 50. Nel corso del programma il "dibattito" assume toni surreali, con tanto di esempi di uomini illustri che affiancati dalla docile compagna dell'est Europa hanno potuto lavorare sul proprio successo senza rotture di scatole. Su tutti il presidente degli Stati Uniti Donald Trump che nella sua vita ha avuto due mogli originarie di quelle terre, Ivana Marie Zelníková da Zlìn, della Repubblica Ceca, e l’attuale consorte, Melania, di origine slovena. Quasi unanime il coro di proteste, a cominciare dall'Usig Rai, il sindacato giornalistico interno: «Parliamone sabato. Rai 1. Il pomeriggio della rete ammiraglia, in piena fascia protetta, dedicato alle presunte qualità delle donne dei Paesi dell'est Europa, che ne farebbero dei ruba mariti. Un siparietto disgustoso di cui come dipendenti, come donne e uomini della Rai ci vergogniamo. Una lista di luoghi comuni, violenti, beceri e umilianti».
L'azienda è corsa ai ripari chiedendo scusa per bocca della presidente Monica Maggioni: «Personalmente mi sento coinvolta in quanto donna, mi scuso, ogni giorno ci interroghiamo su quale immagine di donna veicoliamo, su come progredire, uscire dagli stereotipi. Poi accade un episodio come questo: il problema non è una battuta inconsapevole, ma la costruzione di una pagina su un tema del genere: è un'idea di donna che non può coesistere con il servizio pubblico. Ora cercheremo di capire come si è potuta verificare una cosa del genere». Anche il direttore di Ra 1 Andrea Fabiano si è scusato tramite il suo account Twitter