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Una delle poche certezze, a poco più di due settimane dalla riapertura delle scuole, è che sì, alla fine le aule riapriranno il 14 settembre. È su questo punto fermo che si è concentrato il dibattito politico degli ultimi giorni, con protagonisti Governo e Regioni per mettere a punto tutto ciò che non è ancora chiaro. La questione banchi inizia a delinearsi, con i primi arrivi ieri nelle scuole che ne hanno fatto richiesta, mentre sul trasporto pubblico, e di conseguenza sulla distanza da tenere negli scuolabus e sulla possibilità di indossare o meno la mascherina, si discute ancora.
Così come sui test sierologici ai quali i docenti possono sottoporsi, possibilità che forse sta creando più problematiche del previsto. Perchè il test, che in caso di esito positivo sarà seguito da un tampone, non è obbligatorio, e diversi docenti stanno decidendo di boicottare l’iniziativa. «Una follia», secondo l’ex presidente del Consiglio e leader di Italia Viva, Matteo Renzi.
Ma i sindacati non ci stanno e per bocca di Lena Gissi, segretaria di Cisl Scuola, rispediscono le accuse al mittente. Gissi definisce come «pretestuose» le polemiche, e spiega: «I dottori non hanno ricevuto dal Ministero della Salute le indicazioni e le garanzie necessarie. Hanno ad esempio valutato i costi di smaltimento dei kit e pensato alla necessità di attrezzarsi per trovarsi dei sostituti in caso di contagio» e per questo non si sono resi disponibili. La segreteria punta poi il dito contro le «lunghe liste d’attesa in caso di positività al sierologico per fare il tampone».
Sulla stessa lunghezza d’onda l’Ugl, secondo la quale sui test sierologici per gli insegnanti si osserva «confusione e uno scaricabarile di responsabilità che non aiuta nessuno». Lo ha detto Ornella Cuzzupi, segretaria del comparto Scuola del sindacato, sottolineando che «lo stesso Ministero ha ritenuto di renderlo facoltativo». Intanto è arrivato l’accordo con le Regioni sul documento dell’Istituto superiore di Sanità che contiene le linee guida per la ripartenza. Tra le indicazioni preliminari c’è quella di identificare un referente scolastico e formarlo, tenere un registro degli eventuali contatti tra alunni e personale di classi diverse, richiedere la collaborazione dei genitori per misurare ogni giorno, a casa, la temperatura di bambini e ragazzi e segnalare eventuali assenze per motivi di salute riconducibili alla Covid- 19.
Ma in caso di positività di alunno, docente o personale, niente chiusura della scuola, che verrà valutata solo in caso di un numero maggiore di casi e la nascita di focolai interni. Certo, come da protocollo, l’isolamento in una stanza apposita di una persona trovata positivo a scuola. Le regole per la ripartenza in sicurezza delle scuole erano richieste anche dall’Organizzazione mondiale della sanità, che lunedì con la partecipazione del responsabile per l’Unione europea, Hans Kluge, sarà protagonista di una videoconferenza voluta dal ministro della Salute, Roberto Speranza, che coinvolgerà 53 paesi. Obiettivo è la discussione delle iniziative messe in campo dai singoli paesi per garantire ai ragazzi di tutta Europa un ritorno a scuola in totale sicurezza, sulla base egli indirizzi dati dalla stessa Oms.
«Avere regole condivise per la gestione di eventuali contagi era fondamentale», ha detto la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, che si trova però a dover affrontare un altro scoglio, quello del numero di docenti necessari alla riapertura delle scuole.
«Si è lasciato alle singole scuole di gestire gli organici e si procederà con assegnazioni d’ufficio, ma crediamo che dopo i primi 15 giorni si andrà in difficoltà», ha detto Gissi, specificando che mancano circa 250mila supplenti che dovranno essere per forza di cose trovati, altrimenti sarà il caos. Ma il Governo sembra voler ribattere colpo su colpo si sindacati, tanto che il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, ha rassicurato sull’organico presente al momento della ripartenza. «Abbiamo firmato il decreto finalizzato all’assunzione a tempo indeterminato di 80mila docenti - ha detto il titolare di via XX settembre - Una buona notizia per i precari e per gli studenti che avranno così garantita la continuità didattica».