PHOTO
INTERVISTA AL LEADER CISL ALLA VIGILIA DEL RINNOVO DELLE RSU NEL PUBBLICO IMPIEGO, SCUOLA, UNIVERSITÀ E RICERCA
«Serve un patto sociale per una nuova politica dei redditi. Importante la convocazione di Draghi. Occorrono maggiori risorse per lavoratori, pensionati, famiglie e imprese »
MARIA GRAZIA SURACE
«Il rinnovo delle Rsu è un momento fondamentale di partecipazione e democrazia sindacale. Sostenere i candidati nelle liste della Cisl significa supportare il loro ruolo di rappresentanza nei luoghi di lavoro, un'azione che esalta le relazioni sindacali partecipative attraverso la qualità della contrattazione. Ma anche premiare la linea Cisl, responsabile, pragmatica, autonoma dalla politica». Il leader della Cisl, Luigi Sbarra rilancia in questa intervista la ricetta del confronto e della concertazione per affrontare i problemi del paese , alla vigilia della consultazione per eleggere le nuove Rsu nel pubblico impiego, nella scuola, nell’università e nella ricerca. Segretario, perché sono importanti queste elezioni per il sindacato? Quale è la posta in gioco? Guardi, il rinnovo delle Rsu è un appuntamento cruciale per affermare un modello di sindacato che non si attesta solo sul terreno difensivo e rivendicativo ma assegna priorità al confronto, alla partecipazione ed alla contrattazione per un vero processo di riforma dei settori pubblici che veda protagonisti lavoratrici e lavoratori attraverso i rinnovi dei contratti, il miglioramento delle retribuzioni , l’assunzione di nuovo personale, la stabilizzazione del precariato, l’investimento sulla formazione, un diverso equilibrio tra legge e contratti. Noi vogliamo davvero ' esserci per cambiare' come richiama il titolo del nostro congresso. Il pubblico impiego è spesso sotto accusa per le inefficienze della macchina burocratica. Come cambiare questa situazione?
I lavoratori di tutti i comparti pubblici ed anche di scuola, ricerca e università sono i primi a pagare i ritardi di una necessaria modernizzazione. Bisogna uscire da questa situazione. La tutela e la rappresentanza del lavoro pubblico, la sua valorizzazione per innalzare la qualità dei servizi e costruire bene comune, sono per la Cisl un riferimento imprescindibile, che richiede rappresentanti preparati, motivati, competenti . Il patrimonio di passione ed esperienza, innovazione e conoscenza dei candidati Cisl è un grande valore che mettiamo a disposizione della riforma e del rilancio dei settori pubblici e del Paese. Il presidente del Consiglio Draghi ha annunciato ieri che vedrà i sindacati la prossima settimana sul tema dell’inflazione e i problemi aperti sul piano economico e sociale. Che cosa gli direte? È importante il segnale di attenzione del premier nei confronti del sindacato. Il governo, in questi ultimi mesi, ha adottato due importanti decreti: il sostegni ter e il decreto energia per sostenere le fasce deboli e le famiglie, tassando gli extra profitti delle aziende energetiche e reinvestendo parte delle entrate su extra gettito Iva per ridurre il prezzo della bolletta energetica, carburante e per salvaguardare alcuni settori industriali e comparti in difficoltà. Sono state misure doverose che vanno nella giusta direzione e che abbiamo apprezzato. Ma noi pensiamo che vadano rafforzate. Ecco perché stiamo chiedendo al governo e al Parlamento di valutare la possibilità anche di uno scostamento di bilancio. Servono maggiori risorse per sostenere lavoratori, pensionati, famiglie, imprese e settori economici in difficoltà Noi consideriamo tutto questo debito buono, perché solo cosi potremo attutire gli effetti dell’impennata dei prezzi e delle tariffe. La strada per noi resta quella di un patto sociale su una nuova politica dei redditi che passa tra l'altro da una riforma fiscale a sostegno dei reddito medio- popolari del lavoro e delle pensioni. Bisogna detassare i frutti della contrattazione di primo e secondo livello, e in particolare gli accordi di produttività, a cui va tolto il criterio di incrementalità. Occorre fare politiche di crescita salariale e di vera redistribuzione del reddito a favore delle fasce deboli. Serve una nuova politica industriale ed energetica e un grande investimento sui fattori di produttività e sulla formazione. Ieri l’Istat ha segnalato una ripresa dell’occupazione nel mese di febbraio ma anche un aumento dei contratti a termine.
Nel corso del 2021 l’occupazione ha avuto un buon trend di crescita, con la ripresa di molte attività economiche, sociali e lavorative, grazie anche al vaccino e al greenpass. I dati di febbraio mostrano un ulteriore avanzamento, registrando anche una ripresa del lavoro autonomo. Ora però la nostra preoccupazione è che questa fase positiva venga interrotta dalle ricadute del conflitto ucraino e del rallentamento della ripresa nazionale e internazionale. Più che essere allarmati dal fatto che una parte consistente delle nuove assunzioni in questi mesi sia a termine, ci preoccupa il rischio che tra qualche settimana l’occupazione smetta del tutto di crescere e inverta la tendenza. Ecco perché chiediamo al governo di mettere in campo misure straordinarie per accelerare la messa a terra degli investimenti del Pnrr, dei fondi strutturali 21- 27 e del Fondo Sviluppo e Coesione. Bisogna anche consolidare l’intervento sulla cassa integrazione nel “decreto energia”, dando la possibilità a tutte le aziende di avvalersi di ulteriori settimane scontate. C'è da assicurate la svolta sulle politiche e su un piano nazionale per la formazione. Che cosa ne pensate della polemica sull’aumento della spesa italiana per le armi fino al 2% del Pil? Noi riteniamo che gli impegni assunti dal nostro paese nel 2014 in sede Nato vadano rispettati, così come gli affidamenti riconfermati a marzo al vertice europeo di Versailles. Il percorso va fatto, bisogna però assicurare una modulazione diversa, con più gradualità, spostando ancora in avanti l’indicazione del 2024; nella consapevolezza che ci sono priorità sociali brucianti, da affrontare immediatamente, sulle quali vanno orientare massicce risorse. Si può trovare una mediazione senza strumentalizzazioni o polemiche che mettano a rischio le larghe intese.
Lei ieri al Congresso della Cisl Lombardia ha detto che per la Cisl l'obiettivo è spendere bene fino all'ultimo centesimo le risorse previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilenza.
Si, bisogna negoziare con le parti sociali progetti, qualità della spesa, rispetto dei cronoprogrammi sui tempi, trasparenza e legalità, coerenza con la prospettiva di investire questa formidabile dotazione nei settori dell'innovazione, della digitalizzazione, della rivoluzione verde, della sostenibilità ambientale e dell'inclusione sociale. Il Pnrr è una straordinaria opportunità che l’Europa mette a disposizione della comunità nazionale. La Lombardia, così come tutto il Paese, deve esercitare una azione progettuale partecipata dalle parti sociali per rilanciare gli investimenti pubblici e privati mettendo al centro lavoro di qualità e coesione sociale. Sempre ieri l’amministratore di Stellantis, Tavares ha incontrato i sindacati dei metalmeccanici. Vi ha convinto sui progetti del gruppo in Italia? Gli obiettivi e le linee strategiche illustrate dall’ad Tavares sono condivisibili e vanno ora concretamente attuate dentro una dimensione di confronto stabile con il mondo del lavoro. L’impegnativa stagione della transizione all’elettrico richiede la costruzione di un percorso partecipato, verso traguardi condivisi, con soluzioni innovative, che mettano al centro nuovi investimenti, piena salvaguardia occupazionale, ruolo del lavoro e quello dei siti produttivi italiani. È una sfida che si vince insieme, che richiede la valorizzazione delle sinergie del gruppo, relazioni industriali costruttive e responsabili, ma anche investimenti pubblici capaci di rinnovare infrastrutture ed ecosistemi urbani, rendendoli compatibili con le nuove tecnologie.