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Che viviamo in una società sempre più liquida l’aveva già detto, in tempi non sospetti, Zygmunt Bauman. E che le idee politiche siano sempre più volatili, l’elettorato più fluido, ce lo ripetono ormai da anni decine di sondaggisti e politologi. Ma all’idea che la Lega di Matteo Salvini, già Lega Nord per l’indipendenza della Padania, arrivasse a spostare la propria sede romana in via delle Botteghe oscure, non ci aveva ancora pensato nessuno. E invece così sarà, come ha spiegato lo stesso leader del Carroccio: “I valori di una certa sinistra, quella di Berlinguer, degli operai e degli insegnanti ora sono stati raccolti dalla Lega. Se il Pd chiude Botteghe Oscure e la Lega riapre sono contento, è un bel segnale”. Apriti cielo. “Non sono mai stato un militante del Pci, ma pensare che Salvini paragoni la Lega al partito di Berlinguer mi fa indignare”, ha twittato il capogruppo del Pd al Senato, Andrea Marcucci. A rincarare la dose ci ha pensato Emanuele Fiano, secondo il quale il paragone tra i due partiti “fa veramente orrore e pietà. Devono proprio andare male a Salvini i sondaggi per cercare di paragonarsi a Berlinguer”, ha commentato il deputato Dem. Eppure, qualche sospetto doveva pur venire. In ordine alfabetico: il fondatore della Lega Nord, Umberto Bossi, partecipò ai moti del movimento studentesco nel ’68, negli anni ’70 fu tesserato con il Pci di Voghera e fu vicino alle idee de Il Manifesto e del PduP; Roberto Maroni, già ministro dell’Interno e segretario della Lega, da giovane marxista-leninista parteggiò per Democrazia proletaria; infine, il “Capitano” Matteo Salvini, non hai mai nascosto di aver frequentato da adolescente il “Leoncavallo”, storico centro sociale di Milano. Tanto che, per sua stessa ammissione, entrato nei Giovani comunisti padani nel 1997, era considerato “quello strano, per via dell’orecchino e della barba”. Dopo i tanti ex comunisti che ormai votano stabilmente Lega (le ultime elezioni regionali in Umbria ne sono un esempio) possiamo dire che il trasferimento del Carroccio in via delle Botteghe Oscure è la naturale chiusura del cerchio.E anche l’unica occasione, forse, in cui non vorremo sapere cosa ne penserebbe Berlinguer.