Una mossa a titolo personale, certo inaspettata, che tuttavia dovesse portare risultati concreti sarebbe di stimolo al Paese e quindi da giudicare con favore da parte di tutta la coalizione. É questa la linea che emerge dai piani alti di Fratelli d’Italia dopo la richiesta di un incontro tra il leader della Lega, Matteo Salvini, e il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, avanzata dal segretario del Carroccio. Ma tra i tanti “non detto”, un certo fastidio per lo scatto in avanti, non concordato, emerge chiaramente. Salvini si era avvicinato a Conte mercoledì in Senato quando l’Aula si è ritrovata per votare la riforma del Mes, e nelle ore successive c’è stata anche una telefonata tra i due in cui il presidente del Consiglio ha assicurato che il tavolo con le opposizioni è sempre aperto, dimostrandosi disponibile al dialogo. Ma l’avvicinamento che fino a poche settimane fa sembrava impossibile non ha lasciato indifferenti gli alleati della Lega all’interno della coalizione di centrodestra, sia tra le fila di Fratelli d’Italia che in quelle di Forza Italia. «Salvini ha parlato a titolo personale», spiegano da via della Scrofa, specificando che il lavoro della coalizione si sta concentrando su una serie di emendamenti migliorativi alla legge di Bilancio.

Scenario confermato dal leader della Lega, che ha spiegato di aver posto a Conte alcuni temi sui quali discutere: dalle tasse alle famiglie, dalla cultura alla scuola, fino alle imprese e al sostegno alle persone diversamente abili.

Da una parte della dirigenza forzista il cambio di passo di Salvini viene giudicato invece come «una cosa nuova, da capire nelle prossime ore», anche se si fa notare che l’esortazione di Conte a “correre”, fatta dopo l’accordo al Consiglio europeo, appare quantomeno paradossale visto che il governo «sta correndo all’indietro». E c’è anche chi ipotizza che Salvini e Conte si stiano spalleggiando a vicenda perché entrambi alle prese con un problema di leadership nelle ultime settimane: il primo costretto a inseguire Silvio Berlusconi sullo scostamento di bilancio, il secondo occupato a respingere gli attacchi renziani e non solo sulla cabina di regia per il Recovery Plan.

Ed ecco che proprio sulla gestione dei fondi in arrivo da Bruxelles i due s’incontrano e concordano sulla necessità di un incontro, giurano dalla Lega, «nell’esclusivo interesse del Paese».

Ma in Forza Italia le voci contrastanti si accavallano e lo schema di Salvini viene definito «addirittura banale», incentrato soltanto sulla ricerca di egemonia in una coalizione nella quale gli azzurri si ritrovano stretti tra una Lega ormai già affermata e Fratelli d’Italia in continua crescita. Anche in questo caso, tuttavia, la mossa del leader leghista non sorprende, dal momento che «pur di ottenere l’egemonia sarebbe disposto a qualsiasi comportamento opportunistico».

Con l’aut aut sul voto per la riforma del Mes, in cui Salvini ha minacciato di far uscire dalla coalizione chi avrebbe votato a favore, l’ex ministro dell’Interno ha rimesso le cose in chiaro verso Forza Italia, ma l’impressione, anche per questioni legate al consenso, è che le mosse non concordate siano molto più difficili da far digerire a Fratelli d’Italia, tanto che Giorgia Meloni non ha nascosto il suo disappunto.

«Una parte della coalizione non avallerà mai l’idea di una federazione di centrodestra», spiegano ancora da Forza Italia, sottolineando che» la tattica politica di Salvini potrebbe portargli un vantaggio nel breve periodo ma lo porterà a scontrarsi prima o poi con Giorgia Meloni».

Nel frattempo però Salvini ha dato mandato ai suoi ambasciatori di organizzare l’incontro con il presidente del Consiglio, ed è difficile pensare che al tavolo si parlerà soltanto della gestione del Recovery Plan. Cioè di quello che, almeno in teoria, dovrebbe interessare realmente a un Paese con un Pil in calo di quasi il 10% e più di 200 miliardi da spendere nei prossimi sei anni.

via bellerio chiama palazzo chigi

IL LEADER DELLA LEGA HA DATO MANDATO AI SUOI AMBASCIATORI DI ORGANIZZARE L’INCONTRO CON IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ED È DIFFICILE PENSARE CHE AL TAVOLO SI PARLERÀ SOLTANTO DELLA GESTIONE DEL RECOVERY PLAN