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L’ex presidente della Georgia, Mikheil Saakashvili, sta morendo. Una settima fa il protagonista della “Rivoluzione delle rose” del 2004 è stato avvelenato ( si veda Il Dubbio del 6 dicembre). Sono state ritrovate nel suo corpo tracce di mercurio e arsenico. La notizia ha fatto il giro del mondo in pochissimo tempo. Gli avvocati che lo assistono, già nelle scorse settimane, avevano denunciato le precarie condizioni di salute dell’ex presidente georgiano, considerato da Putin un soggetto scomodo per aver ostacolato le mire espansionistiche di Mosca. Saakashvili è finito in carcere da più di un anno e durante la detenzione ha perso ben quaranta chili.
Chi lo ha visitato di recente lo definisce irriconoscibile.
Alla fine della scorsa estate Saakashvili è stato trasferito in una clinica. Il suo stato di salute è peggiorato anche a seguito dello sciopero della fame avviato per protestare contro le autorità carcerarie, che non si starebbero impegnando per salvargli la vita.
Per accendere i riflettori sulla sua vicenda personale e politica Saakashvili, come riportato dal Corriere della Sera, si è procurato carta e penna e fatto pervenire una lettera al quotidiano Le Monde, indirizzata direttamente al presidente francese Emmanuel Macron. Il documento è scritto a mano, con grafia incerta, dall’ex numero uno di Tbilisi. In alto a sinistra spicca la sigla con lettere maiuscole “SOS” per rimarcare l’urgenza della comunicazione e la richiesta d’aiuto.
«Assassini! Gli assassini! L'ex presidente georgiano Saakashvili “avvelenato' con mercurio e arsenico'», si intitola così l’articolo pubblicato su Le Monde che riporta il testo della lettera dell’ex leader politico, anni fa considerato da George W. Bush un alleato prezioso. «Ho lottato – scrive Misha Saakashvili - per tutta la vita per la libertà e le riforme in Georgia e in Ucraina e contro la politica imperialista russa. Putin mi considera come uno dei suoi principali nemici. Ha pubblicamente promesso di uccidermi (…). Sono stato avvelenato in prigione. Sto morendo, non ho più molto tempo». Saakashvili cerca di sensibilizzare l’opinione pubblica internazionale, definendosi un “prigioniero” di Vladimir Putin. Proprio nei confronti del capo del Cremlino riserva l’attacco più duro: «Putin mi considera uno dei suoi principali nemici. Ha pubblicamente promesso di uccidermi. Ora sono in prigione, come uno dei suoi prigionieri personali».
Dito Sadzaglishvili è uno degli avvocati dell’ex presidente della Georgia. «La situazione di Misha Saakashvili – dice al Dubbio - è estremamente delicata e seria. Sta affrontando problemi di salute molto gravi. Stiamo aspettando i rapporti elaborati da alcuni specialisti nel campo della medicina per avere un quadro più chiaro delle sue condizioni di salute».
Secondo Sadzaglishvili, l’ancora di salvezza per il suo assistito può provenire soltanto dall’estero, considerato pure che la presidente georgiana, Salome Zurabishvili, si muoverebbe in base alle indicazioni del Cremlino. «Molto probabilmente – commenta Sadzaglishvili - verrà riaffermata la necessità di un trasferimento all’estero dell’ex presidente georgiano per salvaguardare la sua incolumità fisica, per potergli offrire cure adeguate e un vero processo di riabilitazione. Un trasferimento che diventa sempre più urgente, poiché, dal mese di maggio 2022, le sue condizioni di salute sono precipitate. E tutti gli specialisti che lo hanno visitato personalmente o che hanno studiato la sua cartella clinica sostengono che il processo di riabilitazione di cui ha bisogno non può in alcun modo essere avviato in carcere».
L’avvocato georgiano non ha dubbi sull’accanimento e sulla persecuzione ai danni di Misha Saakashvili, che, dopo aver guidato la Georgia dal 2004 al 2013, ha acquisito la cittadinanza ucraina diventando prima governatore della regione di Odessa e dopo consigliere del presidente Volodymir Zelensky.
«È sotto gli occhi di tutti – aggiunge -, Saakashvili è perseguitato politicamente. Al di là dell'assurdità delle accuse che gli sono state rivolte, vi sono molte opinioni e reazioni da parte di Ong e di sostenitori della democrazia in Georgia, che hanno messo in discussione, sin dall’inizio della vicenda, la conformità e la validità delle procedure giudiziarie avviate contro l’ex presidente della Georgia». Sadzaglishvili ha i piedi ben piantati a terra. «Non sono sicuro – conclude - rispetto al suo rilascio, nonostante il caso di Saakashvili sia diventato di rilevanza internazionale. Gli oligarchi russi e la Russia in generale stanno avendo non poca influenza sui destini della Georgia. La discussione sulla situazione politica in Georgia è molto accesa e tante situazione che accadono nel mio paese stanno subendo l’influenza del conflitto in Ucraina».
Nel 2009 Saakashvili scrisse con Raphaël Glucksmann un libro, edito da Spirali, intitolato “Io vi parlo di libertà”.
Quasi quattordici anni fa l’ex leader georgiano lanciò un appello all’Europa, chiedendo di vigilare sulla condotta di Mosca.
Ieri la Russia puntò la Georgia. Oggi bombarda e affama l’Ucraina. La storia si ripete con tutti gli effetti più tragici.