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La madre si è sentita male ed è morta, ma nonostante l’autorizzazione della magistratura di sorveglianza, i carabinieri hanno negato al figlio - che è ai domiciliari - di potersi recare dove era dimorata. Si chiama Roberto Sardi, arrestato per ricettazione e poi da alcuni mesi ai domiciliari. La vicenda è stata prontamente segnalata a Rita Bernardini, esponente di punta del Partito Radicale.
«Sabato scorso ho chiamato mia madre al telefono, ma lei non ha risposto – denuncia Roberto Sardi – e quindi mi sono preoccupato visto che aveva problemi di salute». A quel punto Roberto ha chiamato i carabinieri della stazione di Dogliani, il suo paese. Ma essendo quel giorno deserta, la chiamata è stata inoltrata alla compagnia di Fossano, provincia di Cuneo. Come spiega Sardi, i carabinieri gli avrebbero detto di rimanere in casa, perché sarebbero arrivati. «Dopo un’ora e mezza – continua Roberto sono giunti finalmente a casa, ma mi hanno detto di non muovermi, nonostante l’ordinanza della magistratura di sorveglianza è ben chiara».
In effetti, leggendo l’ordinanza a firma della giudice estensore Stefania Bologna, si legge che Roberto «è autorizzato ad allontanarsi dal predetto luogo ( l’appartamento dov’è ai domiciliari, ndr) per i necessari contatti e terapie, per sé e per i propri familiari conviventi, presso le strutture sanitarie territoriali in ambito provinciale» e aggiunge con tanto di lettere maiuscole «sempre previo avviso anche telefonico, al comando stazione carabinieri preposto alla vigilanza». Roberto quindi si è attenuto alle direttive dell’ordinanza avvisando telefonicamente i carabinieri, ma non l’avrebbero autorizzato ad andare a vedere come stava sua madre, la quale, d’altronde, viveva in un appartamento confinante con il suo.
«Era arrivato il comandante del mio paese, ma non mi ha fatto andare da mia madre per vedere come stava, nonostante mi fossi preparato, consapevole del mio diritto». I carabinieri sono entrati nell’appartamento dove dimorava la madre e l’hanno trovata senza vita. «Non mi hanno nemmeno detto dove l’avrebbero portata e quando avrei potuto vederla», aggiunge Sardi.
Il funerale si celebra oggi e l’uomo, dopo aver segnalato all’ufficio di sorveglianza il ritardo della notifica da parte dei carabinieri per poter andare ad assistere la veglia funebre, è stato finalmente autorizzato dalle forze dell’ordine predisposte alla vigilanza. Anche in questo caso la magistratura di sorveglianza l’ha autorizzato ad assistere alla celebrazione della defunta, quando i parenti si riuniscono nelle ore successive alla sua morte. Oggi potrà anche assistere al funerale.
Così come quando, da detenuto in carcere, era morto suo padre e quindi venne autorizzato, con tanto di scorta, a recarsi alla celebrazione funebre. Resta la sua amarezza per il fatto che, nonostante l’autorizzazione del giudice, si sia ritrovato costretto a non poter andare dalla madre, che viveva vicino casa sua e stava male. Per questo aveva tutto il diritto – concesso dalla magistratura – di poter recarsi da lei in caso di aiuto. Ma, come detto, i carabinieri non l’avrebbero autorizzato a farlo.