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«L’autonomia che vuole il Veneto rischia di mettere le regioni del nord su una Ferrari, quelle del sud a correre con le gambe legate». Renata Polverini, ex governatrice del Lazio e parlamentare forzista, è decisamente contraria alle istanze autonomiste e sta alla finestra: «Vediamo come la nuova Lega gestirà questa partita con il governo».
Onorevole, perchè è così contraria?
Da cittadina di Roma e da ex presidente della regione Lazio sono sempre stata contraria. In questo caso, in particolare, le richieste di autonomia del Veneto, se verranno accolte, trasformeranno quella regione in una sorta di stato autonomo. Sa cosa mi ha convinta su questa posizione?
Che cosa?
Il fatto che una regione del nord come la Liguria non si stia spendendo in questa direzione. E non lo sta facendo perchè, almeno fino a quando io ero nella Conferenza delle regioni, la Liguria riceveva ogni anno 100 milioni dalle altre regioni, per gestire la sua sanità. La regione, infatti, è molto piccola e con le risorse assegnatele dal fondo nazionale sulla base dei parametri ministeriali non era in grado di gestire il servizio. Questo smentisce ciò che dicono i sostenitori dell’autonomia chiesta dal Veneto, i quali sostengono che non si toccheranno le risorse di nessuno. La verità è che si toccherà proprio questo meccanismo che, per esempio nel caso della Liguria, permette alla regione di tenere in piedi il proprio sistema sanitario.
Il tavolo, però, è aperto a tutte le regioni che lo chiedano.
Guardi, io posso anche immaginare un processo di autonomia, quando si saranno date al Mezzogiorno le stesse opportunità che in questi anni il Nord si è preso. Non a queste condizioni, però. Al sud il processo infrastrutturale è praticamente abbandonato, le grandi industrie se ne sono andate, solo per citare alcuni elementi. Con condizioni di partenza così diverse, si rischia di perdere una parte del Paese.
Il governatore campano De Luca ha fatto richiesta.
Ha fatto bene, ma è chiaro che lo ha fatto per partecipare al tavolo e non per perseguire quel progetto. La sua mi sembra una mossa intelligente dal punto di vista politico- istituzionale, perchè ha il fine di frenare il processo rispetto alle richieste, in particolare di Veneto e Lombardia.
Insomma, il suo è un no categorico?
Io credo che già ora le regioni hanno di fatto poteri che permettono di gestire in modo capillare il territorio. Se si vuole ragionare di autonomia nel senso di rendere i servizi più efficienti, magari permettendo alle regioni di agire direttamente, senza doversi interfacciare su ogni cosa con lo Stato e la conferenza delle Regioni, sarei anche d’accordo. Il problema sono le richieste avanzate, in particolare dal Veneto. Sono molto preoccupata, perchè alcune concessioni già sono state fatte.
A cosa si riferisce?
Io toglierei la materia dell’energia alla disponibilità delle regioni. Invece è passato sotto silenzio un emendamento che ha regalato le centrali alla diretta disponibilità delle regioni. Si tratta di centrali costruite con la fiscalità generale di tutti i cittadini, ma guarda caso saranno per la maggior parte di proprietà dele regioni del nord perchè, sempre guarda caso, sono state costruite tutte lì. Trovo che sia un dato su cui riflettere, perchè significa che esiste un sentimento dentro il governo che va in questa direzione.
La Lega si sta riscoprendo un tema caro al Carroccio delle origini bossiane?
Tutti ci siamo lasciati abbagliare dalla nuova Lega, che guarda tutto il territorio nazionale e che ora è amata anche nel Mezzogiorno. Non abbiamo però considerato quanto è ancora forte nel suo Dna la questione dell’autonomia. Bossi la chiamava secessione, poi è diventata federalismo, ma è paradossale che ci si stia arrivando in un momento storico che, apparentemente, vede la Lega in posizioni decisamente diverse.
Questo aumenterà la tensione nel governo?
Per agire, la Lega ha aspettato il primo risultato elettorale utile, che ha modificato i rapporti di forza dentro il governo, anche se paradossalmente questo risultato utile è arrivato da una regione come l’Abruzzo, che appartiene al sud. I 5 Stelle si metteranno di traverso, però.
Già lo hanno fatto. Il tema delle autonomia rischia di far saltare il banco?
La partita è molto complicata. I 5 Stelle hanno preso moltissimi voti nel Mezzogiorno e hanno visto una flessione negativa dei consensi in Abruzzo e, in futuro, probabilmente anche in Sardegna. Escludo, quindi, che possano continuare ad assecondare le richieste autonomistiche delle regioni del nord. Fico è campano e si è espresso, chiedendo che venga coinvolto il Parlamento, inoltre tutto il suo gruppo di riferimento è posizionato al Sud e in questi giorni sta tirando fuori la voce. La Lega, d’altra parte, si è spinta talmente avanti che Salvini dovrà essere molto bravo a prendere tempo. Insomma, un bel rompicapo.