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«Se si pensava di ripetere quello che è stato fatto con i rider, una riunione utile solo per farsi i selfie, con i giornalisti questo è assolutamente sbagliato». E ’ molto duro il segretario generale della Federazione Nazionale della Stampa, Raffaele Lorusso. Nelle sue parole, tutto il disappunto nei confronti del governo che ha iniziato da tempo la sua guerra contro i giornalisti, non solo con le dichiarazioni offensive di qualche giorno fa, ma con provvedimenti che una volta andati in porto minerebbero alla base la stessa esistenza di molte testate. [embed]https://youtu.be/cX3GMf9Pjsw[/embed] Per questo motivo l’Fnsi ha convocato questa mattina di fronte al ministero del Lavoro, a Roma, un sit in proprio nel giorno nel quale i rappresentati della categoria avrebbero dovuto incontrarsi con il ministro. Un confronto che non è andato in scena perché considerato una beffa. Si sarebbe dovuto parlare di precariato proprio mentre in Parlamento si insiste sui tagli all’editoria.«Nella guerra che una parte del governo ha dichiarato contro la stampa e i giornalisti- afferma Lorusso-, si stanno mettendo a segno dei provvedimenti che a nostro modo di vedere colpiranno duramente numerose realtà. Mi riferisco a realtà che sono espressioni di territori molto piccoli e di comunità. Quindi è alquanto singolare che il ministro avesse oggi intenzione di confrontarsi sul precariato considerato che questo provvedimento avrà un unico effetto certo cioè quello di aumentare proprio il numero dei precari. Senza i i contributi numerose testate chiuderanno, i giornalisti perderanno il posto di lavoro». I primi effetti si stanno già verificando, come nel caso di Radio Radicale che vedrà dimezzati i soldi del fondo dell’editoria passando da 10milioni di euro a 5. Una decurtazione drastica che mette a serio rischio l’esistenza della storica emittente. «Radio Radicale con il taglio già annunciato dei contributi del 50%, se non sarà costretta alla chiusura dovrà sicuramente ridurre pesantemente i propri organici, quindi avranno comunque raggiunto il loro obiettivo di mettere il silenziatore» conclude il segretario generale della Fnsi. RispondiInoltra