L’INTERVENTO

SENATRICE DI FORZA ITALIA _

Chissà se la risposta scritta all'interrogazione sulla magistratura onoraria fornita dal guardasigilli è stata meditata con la necessaria ponderazione dal ministro. Sono apparsi dei brani estrapolati, ma l’atto merita una analisi compiuta.

La domanda: il governo intende adottare iniziative per usare le risorse del recovery fund per dare attuazione alla sentenza della corte europea e assumere stabilmente i giudici onorari? Segue una disamina della sentenza, che giunge alle conclusioni in base alle quali i giudici di pace sono lavoratori a tempo determinato e hanno diritto a beneficiare di ferie annuali retribuite. Il giudice deve trovarsi in una situazione comparabile a quella di magistrato ordinario. A meno che tale differenza sia giustificata da diverse qualifiche e dalla natura delle mansioni.

Il ministro aveva due strade, a questo punto. Poteva approfittare della interrogazione per dare un quadro di insieme, consapevole delle problematiche organizzative dei tribunali. Poteva indicare una strada visto che sono circa 5000 i giudici onorari impiegati nel lavoro quotidiano. Una strada di tutele, qualificazione, ottimizzazione della produttività e della qualità delle sentenze e dell’espletamento della istruttoria. Soprattutto avrebbe potuto ragionare su un impiego delle risorse del recovery ai fini di rendere efficiente il sistema anche con l’apporto dei giudici onorari.

Invece no: Bonafede ha evitato di affrontare i temi piu’ spinosi. Sono state dieci pagine di risposta zeppe di riferimenti, peraltro arcinoti, per dire che il potere giudiziario spetta ai magistrati ordinari e gli altri hanno una “valenza integrativa”, precaria e occasionale.

Inoltre la sentenza della corte europea non è pertinente e comunque lascia la palla in mano al giudice italiano. Al dunque secondo il ministero i giudici onorari nel nostro ordinamento esercitano le funzioni in modo temporaneo, non esclusivo e occasionale. E’ apparso chiaro che l’intento del ministro non era rispondere all’interrogante bensi’ “bastonare” i giudici onorari. Infatti la frase “incriminata“è lapidaria: l’opzione favorevole alla previsione degli onorari è legata alla finalità di contenere il numero dei togati pena la perdita di prestigio e la riduzione delle retribuzioni della magistratura professionale.

Eppure non era Bonafede il ministro che vantava come un successo l’aumento delle piante organiche e il maxi piano di assunzioni di magistrati ordinari?

Delle due l’una: o cio’ che ha detto in Parlamento non è stato ben meditato, oppure non è vero che esiste un problema di riduzione delle retribuzioni dei magistrati.

Resta l’interrogativo: perché l’accesso alla magistratura è permesso solo per concorso? Perché c’è l’esigenza indeflettibile di garantire uno standard qualitativo minimo per l’esercizio delle funzioni giurisdizionali. E quindi le migliaia di sentenze scritte dai giudici onorari? significa che sono fatte male? E i cittadini che si sono beccati una sentenza sfavorevole di un giudice onorario cosa dovrebbero fare? Andare alla corte europea? In realtà tutti gli operatori del diritto sanno che ai giudici onorari sono affidate funzioni e responsabilità che vanno ben oltre la dotta disamina giuridica fatta nella risposta. Sanno che esiste una collaborazione tra giudici ordinari e togati per smaltire il lavoro. Sanno che questo avviene in condizioni difficili perché manca tutto, a cominciare dai magistrati.

E sanno che alla fine chi ci rimette è il cittadino che si rivolge alla giustizia e trova un carosello.