Sarà stata colpa dell'estate rovente di polemiche che si è appena conclusa o del feuilleton Boccia- Sangiuliano (sostituito ora nei titoli di giornale dall'altrettanto divertente telenovela Conte- Grillo) ma in Parlamento sta succedendo qualcosa di importante, a distanza di sicurezza dai riflettori. In altri tempi, infatti, un passaggio dall'opposizione alla maggioranza di un non trascurabile gruppo di parlamentari avrebbe sicuramente riscosso maggiore attenzione, con critiche feroci o panegirici, a seconda del punto di vista politico ma fatto sta che il centrodestra, in questa prima fase di legislatura, a dispetto di incidenti di percorso come quello che ha coinvolto l'ex- ministro della Cultura, oltre che a tenere nei sondaggi sta ingrossando le proprie fila nelle due camere.

Probabilmente gli sviluppi degli ultimi giorni, con il fuggi- fuggi da Azione che sta provocando un mezzo smottamento al centro dell'emiciclo, porteranno gli addetti ai lavori a considerare il nuovo panorama offerto da Montecitorio e Palazzo Madama, anche perché l'impressione è che non sia finita qui e che i cambi di casacca continueranno. Partiamo dai numeri: il centrodestra gode, in termini di seggi parlamentari, di una situazione decisamente tranquilla, conseguenza di una vittoria netta alle ultime Politiche.

Alla Camera è entrato con una dote di 235 seggi su 400, quindi ben al di sopra della soglia di maggioranza dei 201 seggi. Ora, però, la situazione è ancora migliore, perché i seggi sono divenuti 238, grazie ai passaggi in Forza Italia da parte di deputati eletti con partiti d'opposizione, a partire da Giorgio Lovecchio, proveniente dal M5s. A quest’ultimo vanno aggiunti Enrico Costa, rientrato nelle file azzurre dopo qualche anno e soprattutto dopo essere tornato in Parlamento sotto le insegne di Azione, e Giuseppe Castiglione.

La situazione, però, è in divenire, perché le defezioni illustri nel partito di Calenda lasciano immaginare un percorso analogo da parte di Mara Carfagna, che potrebbe dunque tornare in area maggioranza. Al Senato, la situazione è simile, perché anche qui i numeri arridono al centrodestra, ma in questo ramo del Parlamento talvolta assenze non previste o ingiustificate potrebbero assottigliare pericolosamente il margine. E' dunque una notizia ancora più lieta per Giorgia Meloni che la riserva di voti del governo a Palazzo Madama è provvisoriamente aumentata da 116 a 118 seggi, in virtù dei passaggi dal Movimento 5 stelle dei senatori De Rosa e Trevisi. Provvisoriamente, visto che in questo momento ci sono situazioni piuttosto interessanti da monitorare, come quella dell'ex- ministro Mariastella Gelmini, che ha seguito la sua ex- compagna di partito Carfagna via da Azione e per il momento ha trovato riparo al gruppo misto. O come Giusy Versace, eletta con Calenda, data in via di ricongiungimento col partito di Tajani.

Che in questo momento fatica a nascondere la propria soddisfazione quando i cronisti lo interpellano sulla indubbia attrattiva che Forza Italia ha guadagnato, contrariamente alle previsioni post- mortem di Berlusconi. «Non c'è nessuna trattativa», ha replicato tranchant il ministro degli Esteri, riferendosi al possibile ritorno di Carfagna e Gelmini, le quali potrebbero – secondo i rumors di Palazzo “accasarsi” presso Noi Moderati.

Maurizio Lupi, punto di riferimento del centro cattolico della maggioranza, ha teso decisamente la mano ai transfughi calendiani, affermando ieri che il centrodestra deve avere il «coraggio di aprirsi a tutti coloro che nella società civile in questi anni si sono allontanati, e agli amici impegnati in politica che vengono dalla sua storia, che possono con la loro autorevolezza costruire un percorso per rafforzare l'area moderata del centrodestra». «Sono sicuro», ha concluso, «che il loro sarebbe un contributo prezioso».