Sono sempre più tesi i rapporti tra i partiti di maggioranza in ordine all’applicazione dell’autonomia differenziata. Né sono bastate le parole della premier Giorgia Meloni a tranquillizzare gli animi. In tv da Del Debbio, Meloni ha difeso la riforma, ma è stata chiara sui Lep che dovranno essere stabiliti a suo tempo e con criteri uniformi. «L’autonomia non è una legge che sta introducendo questo governo. Esiste da 23 anni con la riforma del Titolo V e chi c'era al governo? La sinistra. Solo che ha introdotto il principio senza mai normarlo e noi stiamo normando questo principio introdotto da loro - ha detto Meloni che ha proseguito: «Come lo facciamo? Con i Lep che significa che noi dobbiamo stabilire quale è il livello minimo di servizi che deve essere uguale per tutti: noi non stiamo spaccando l'Italia, ma la stiamo riunificando».

Difendendo la riforma, la premier ha fatto sponda alla posizione di Forza Italia e dei governatori del Sud che sui Lep non sono disposti a transigere e immaginano di poter trovare su questo terreno la possibilità di difendere le prerogative del Mezzogiorno e evitare lacerazioni.

L’alleato leghista sente da tempo puzza di bruciato e ogni giorno continua a voler accelerare e a respingere al mittente qualsivoglia critica. Ieri è stato il turno del governatore del Veneto Luca Zaia che ha replicato alle osservazioni e ai dubbi provenienti dalla Cei. «Non esistono cattolici buoni e cattolici cattivi, dove i secondi vogliono far morire di fame i primi - le parole di Zaia - Propongo alla Cei e al cardinale Zuppi una sorta di question- time per ascoltare, anche a porte chiuse se vogliono, i nostri accademici che potrebbero tranquillamente rispondere a tutte le loro perplessità sull’autonomia».

Il duello ha coinvolto anche Alberto Balboni (Fdi), presidente della commissione Affari costituzionali del Senato che ha chiesto alla Lega di evitare accelerazioni fuori luogo. «Se qualsiasi governatore di qualsiasi partito vuole fare richiesta di ulteriori funzioni per la propria regione può farlo - ha precisato Ma il fatto che una regione chieda una materia non vuol dire affatto che venga automaticamente devoluta dallo Stato».