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«Il presidenzialismo proposto da Giorgia Meloni potrebbe tradursi in un regime autoritario sul genere di quello di Orbán, dove il presidente della Repubblica perde il ruolo di garante della Costituzione perché non è più una figura super partes. E sotto il suo potere - o sotto il potere del Partito del Presidente - il Parlamento rischierebbe di rimanere schiacciato, in una condizione di ricatto permanente». A dirlo è Gustavo Zagrebelsky, ex presidente della Consulta, in un'intervista a Repubblica sulla proposta di legge costituzionale di Fratelli d'Italia. «Io non sono contrario al modello presidenzialista in sé, ma alle conseguenze che potrebbe avere in Italia. Ogni forma di governo è come un abito che deve essere indossato: bisogna tenere conto delle caratteristiche specifiche del corpo di una nazione, anche dei suoi difetti». Secondo Zagrebelsky, «se si realizzasse la proposta di Meloni», il presidente della Repubblica «diventerebbe un soggetto governante e iperpoliticizzato: eletto a suffragio diretto, con il sostegno di una forza politica, nomina il primo ministro, su proposta del premier nomina e revoca i ministri, e presiede il Consiglio dei ministri salva delega al primo ministro. Ora una figura di questo genere è espressione di una sola parte politica, quella che ha vinto, non è più super partes e quindi non si può pretendere che sia garante della Costituzione che è un bene di tutti. Nel nuovo articolo 83 della Costituzione riscritto da Fratelli d'Italia leggo che il presidente della Repubblica vigila sul rispetto della Carta. Ma il vincitore non può essere garante».