“Vogliono indagare Arianna Meloni”. Questo titolo di apertura del Giornale accompagnato dall'editoriale di Alessandro Sallusti accende il dibattito politico. Dagli esponenti di Fratelli d'Italia parte un fuoco di fila di commenti di solidarietà nei confronti della responsabile della segreteria politica del partito per l'uso di un presunto “metodo Palamara” contro la sorella della premier.

Mentre il leader di Italia viva, Matteo Renzi, non le manda a dire: "Sallusti ipotizza un complotto. In soldoni: la magistratura, una parte dei giornali e Italia Viva si sarebbero messi d'accordo per organizzare un complotto e indagare Arianna per traffico di influenze". Poi si chiede: "Le sorelle Meloni vedono i fantasmi? In questa domenica di agosto ci tocca rispondere alle aggressioni di Fratelli d'Italia e alle ansie da complotto della famiglia della premier".

Quindi, con riferimento alle interrogazioni parlamentari presentate da Maria Elena Boschi e Raffaella Paita dopo alcuni articoli di stampa su un presunto 'attivismo' della sorella della premier sui dossier delle nomine Rai e Fs, Renzi assicura: "Se qualcuno pensa di fermare le iniziative democratiche di Italia viva e dei suoi gruppi parlamentari, quel qualcuno sappia che quelli come noi hanno subito vere e proprie aggressioni giudiziarie e social. Gli insulti di chi non sa risponderci nel merito non ci fermano, ma ci stimolano ad andare avanti con ancora più determinazione". Il leader di Iv si rivolge direttamente all'inquilina di Palazzo Chigi: "Chiediamo a Giorgia Meloni di prendere le distanze da chi insulta e di rispondere in Parlamento nel merito alle nostre interrogazioni".

Intanto l'allarme lanciato da Sallusti preoccupa i meloniani. "Un combinato disposto vergognoso, e non più ulteriormente tollerabile, utilizzato per attirare le attenzioni della magistratura su Arianna, con l'evidente fine di colpire - sulla base di fatti totalmente inventati - un governo legittimamente eletto dai cittadini. Solidarietà piena ad Arianna Meloni e un messaggio ai mestatori professionali: 'Non passerete'", tuona il capogruppo alla Camera di FdI, Tommaso Foti. Di "scenario a dir poco raccapricciante" parla il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro Delle Vedove. Che sbotta: "L'altro giorno si è passato il segno associando la parolina magica 'influenza' a Arianna Meloni e quindi accusandola indirettamente di un reato: il traffico di influenze. Siamo convinti che l'ormai evidente tentativo di alimentare una bufera 'mediatica' e magari anche giudiziaria andrà a vuoto". Dal canto suo, Giovanni Donzelli, deputato e responsabile organizzazione di FdI, chiarisce: "Arianna non ha fatto niente di male. Avesse fatto qualche reato, sarebbe giusto approfondire e verificare, ma la colpa di Arianna è solo quella di essere sorella di Giorgia. Dall'inizio dell'esperienza di governo, giornali di sinistra e gruppi politici hanno iniziato a descrivere Arianna come la grande manovratrice delle nomine di governo, ma Arianna non si occupa di nomine". E poi attacca: "Dietro a tutto questo potrebbe esserci il tentativo di inquinare la democrazia, condizionare, indebolire e ricattare il governo Meloni tramite questo colpo basso e surreale proprio ad Arianna. Una cospirazione di giornalisti, politici di sinistra e magistrati compiacenti per creare un evento politico. Attenzione, non per accertare un ipotetico reato".

Sul fronte Lega, ancora, il vicesegretario Andrea Crippa osserva: "È decisamente preoccupante lo scenario descritto da Il Giornale, ovvero la volontà di azzoppare il governo a colpi di indagini. È preoccupante perché verosimile, visto che troppo spesso abbiamo assistito a ingerenze di parte della magistratura politicizzata per influenzare la politica". E per Enrico Costa, deputato di Azione, "ci risiamo. Sallusti lancia il trailer di un film già visto troppe volte. Si evoca un reato con cognome celebre, si apre l'indagine, i retroscena sui giornali, le richieste di chiarimenti in Parlamento, gli inviti alle dimissioni e fra qualche anno puf tutto nel nulla".

A dire l’ultima parola però è la premier in persona, per la quale quella evocata da Sallusti è una “Macchinazione verosimile, uno schema già visto contro Berlusconi”.
”Un sistema di potere – dice Meloni all’Ansa – che usa ogni metodo e ogni sotterfugio pur di sconfiggere un nemico politico che vince nelle urne la competizione democratica. Hanno setacciato la vita mia e di ogni persona a me vicina senza trovare nulla per attaccarci». «Se fosse vero che ora sono passati alla macchina del fango e alla costruzione a tavolino di teoremi per sperare in qualche inchiesta fantasiosa contro le persone a me più vicine, a partire da mia sorella Arianna, sarebbe gravissimo».