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«Oggi è un giorno importantissimo per tutti i cittadini di questo Paese e, lasciatemelo dire con un po’ di orgoglio, anche per il M5S. E un giorno di festa: finalmente vengono aboliti i vitalizi! Bye bye vitalizi!». Mentre la nave Diciotti viene bloccata a pochi metri dal porto di Trapani e mentre alla Camera volano schiaffi tra un deputato leghista e uno di Fratelli d’Italia, Luigi Di Maio esulta per l’abolizione dei vitalizi. Il capo politico può finalmente offrire agli attivisti un obiettivo grillino raggiunto e rubare la scena al suo eterno antagonista: Roberto Fico, presidente della Camera e reale regista della sforbiciata alle pensioni di quegli ex onorevoli ancora retribuiti con il sistema retributivo ( abolito nel 2011). I sì al provvedimento in ufficio di presidenza sono stati dodici: nove dai due partiti di maggioranza, due da Fd’I e uno dal Pd. Astenuti i tre deputati di Forza Italia e assenti quelli di Leu, che hanno deciso di non partecipare al voto. I grillini festeggiano con champagne e palloncini gialli in Piazza Montecitorio: dal primo gennaio 2019 la Camera risparmierà circa 40 milioni di euro l’anno, grazie alla sforbiciata di 1.338 assegni. Le “pensio- ni d’oro” in modo consistente, fino all’ 80 per cento. Dal prossimo anno il “vitalizio minimo” sarà di 980 euro al mese e verrà corrisposto a chi ha fatto una sola legislatura. Per chi subirà una decurtazione di oltre il 50 per cento, invece, l’assegno sarà di 1.470 euro.
«Per quanto tempo abbiamo aspettato che questi privilegi venissero cancellati! Ora ci siamo», scrive sul blog delle Stelle il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico. Consapevole però che il testo dovrà uscire indenne dal fuoco di fila dei ricorsi alla Corte costituzionale, come segnalato da Forza Italia. Ma per un esecutivo che, al momento, ha fatto dell’annuncio il proprio marchio di fabbrica, è già un traguardo aver fatto passare una proposta in ufficio di presidenza senza divisioni tra partiti di maggioranza. La Lega, si sa, non ha partecipato con entusiasmo ai festeggiamenti grillini. Anzi, pare che il sostegno del Carroccio al provvedimento sia stato vincolato ad alcune modifiche al decreto dignità: reintroduzione dei voucher e la cancellazione della causale per il rinnovo dei contratti stagionali.
Di Maio canta comunque vittoria ma il decreto dignità, presentato in pompa magna con Conte in conferenza stampa, fatica a vedere realmente la luce, costantemente rimaneggiato per non urtare le sensibilità dei due soci di governo. E in attesa di un testo definitivo da pubblicare in Gazzetta Ufficiale, i 5 Stelle si consolano coi vitalizi. «È un inizio, tagliamo un privilegio odioso e applichiamo le normali pensioni a ex parlamentari che avevano vitalizi da nababbi».
In ufficio di presidenza è stato approvato un unico emendamento, a firma del Pd Ettore Rosato, che dispone che in casi specifici e di particolare difficoltà dell’ex deputato si possa prevedere un “riaumento” dell’assegno - dopo il ricalcolo su base contributiva - fino al 50 per cento.
Roberto Fico spiega la natura della sforbiciata: «Non e un provvedimento in alcun modo punitivo ma ripara a un’ingiustizia e in qualche modo oggi possiamo dire che è il primo atto che abbandona finalmente i vecchi metodi della vecchia Repubblica e che riavvicina i cittadini alle istituzioni».
Primo traguardo raggiunto, dunque, ma il vero obiettivo è un altro: le pensioni sopra i 4mila euro per coloro che non hanno versato i contributi a sufficienza. La prossima settimana presenteranno in commissione un ddl.