Vengo anch’io, no tu no. Chissà se Enzo Jannacci avrebbe aderito alla manifestazione per l’Europa indetta per domani da Michele Serra, ma di certo sarà interessante «veder di nascosto l’effetto che fa».

Perché le premesse sono quelle di una gran confusione, seppur generata da un’idea nobile come può essere quella del manifesto lanciato dal giornalista, ovvero «far capire che esiste una opinione pubblica democratica ed europeista che chiede qualcosa di più a quella bandiera». Ma tra sostenitori della Resistenza ucraina e anti Jobs act, associazioni di agricoltori e parlamentari, sindaci e attori, senatori a vita e leader di partito, in piazza scenderà “di tutto un po’”.

Ci saranno tre senatori a vita, cioè Renzo Piano, Liliana Segre (entrambi in video) ed Elena Cattaneo, ma anche gli attori Antonio Albanese e Claudio Amendola. E poi Corrado Augias, Fabrizio Bentivoglio, Claudio Bisio, Pif (in video) Luca Bizzarri, Gianrico Carofiglio e Javier Cercas. E perché non Alessia Crocini (Famiglie Arcobaleno), Maurizio De Giovanni, Roberto Vecchioni, Corrado Formigli, il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, Jovanotti e Luciana Littizzetto (entrambi collegati), il primo cittadino di Napoli Gaetano Manfredi, Alice Manone (Acli giovani) e Stefano Massini.

E ci saranno Pd, Avs e Iv, con tre e forse più motivazioni diverse. Sarà particolarmente nutrita la delegazione dem, in nome dell’europeismo, con la segretaria Elly Schlein in prima fila dopo i tumulti delle scorse ore a Strasburgo, ma anche Chiara Braga e Francesco Boccia e numerosi esponenti delle varie aree, come l’ex presidente del Consiglio Paolo Gentiloni (regista del voto al Parlamento Ue in dissenso dal Nazareno) l’ex ministro Dario Franceschini, l’eurodeputato Dario Nardella, il senatore Filippo Sensi, Nico Stumpo ex articolo Uno, Marco Sarracino, della corrente di Andrea Orlando, Stefano Bonaccini e Alessandro Alfieri, che guidano la minoranza interna. Non ci sarà invece Romano Prodi, che ha in agenda un impegno a Napoli preso da tempo. Presenti anche il presidente della Campania Vincenzo de Luca e l’ex segretario Walter Veltroni.

Avs sarà invece in piazza con le bandiere della pace «contro la scelta scellerata di von der Leyen» sul riarmo europeo. Italia viva ha aderito «per salvare e rilanciare l’identità dell’Ue», così come Più Europa. Assente il M5S, mentre il leader di Azione Carlo Calenda ha indetto una manifestazione alternativa a piazzale Flaminio «per un’Europa forte, libera e armata».

La manifestazione, ha spiegato il leader M5S Giuseppe Conte in una conferenza stampa alla Stampa estera, «è nata con le buone intenzioni ma subito dopo si è infittita di tantissimi esponenti politici favorevoli al riarmo, che vorrebbero proseguire con lo scontro militare con la Russia e non si stanno adattando al negoziato di pace». Per questo, ha continuato, «non ci possiamo consentire ambiguità, il M5S non ci sarà, non ci potremo essere, bisogna essere chiari».

Calenda non vuole invece lasciare l’Europa ai “pacifinti”. Per questo, ha scritto nella sua newsletter, «saremo in piazza per l’Europa, per un’Europa libera, forte e armata, saremo in piazza con le bandiere europee e con quelle dell’Ucraina e della Georgia». Auspicando poi assieme al segretario di Più Europa Riccardo Magi che «almeno ad un rappresentante della comunità ucraina sia consentito di parlare sul palco» perché «sarebbe davvero assurdo avere una sfilata di artisti e intellettuali senza dare voce a chi combatte per la propria libertà e vuole disperatamente entrare in Europa».

In piazza anche Cgil, Cisl e Uil, che ribadiranno «l’importanza di difendere il progetto comune europeo e le basi democratiche su cui si fonda», ma anche Libera, Comunità di Sant’Egidio, Agesci e Legambiente. Presenti anche i Radicali italiani, «consapevoli che chi calpesta o dimentica la bandiera ucraina oggi, chi pretende la resa di un popolo non ha compreso nulla del progetto spinelliano e pannelliano di federazione europea».

Non ci sarà il centrodestra, anche se da Forza Italia e Noi moderati qualche timido tentativo di farsi vedere in piazza non è da escludere. Nettamente contrario il capogruppo azzurro in Senato, Maurizio Gasparri. «La manifestazione rischia “l’effetto Serra” - ha detto - Del resto, se si mettono le cose serie in mano a giornal, partito in decadenza, come “Repubblica”, e giornalisti satirici, come Serra, finisce tutto in una semplice buffonata».