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Il Ministro dell’istruzione e del merito Giuseppe Valditara durante lo svolgimento del question time alla Camera dei Deputati a Roma
Il Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha annunciato una serie di importanti novità per la scuola, rivelando i contenuti delle Nuove Indicazioni Nazionali. Tra i punti salienti, la reintroduzione opzionale del latino già dalla seconda media.
«Pensiamo di reintrodurre opzionalmente elementi di latino già dalle medie, dalla seconda per la precisione, per numerose ragioni: apriamo le porte a un vasto patrimonio di civiltà e tradizioni; poi rafforziamo la consapevolezza della relazione che lega la lingua italiana a quella latina. E poi c'è il tema, importantissimo, dell'eredità», ha spiegato Valditara in un’intervista a Il Giornale.
Il Ministro ha sottolineato l’intenzione di favorire una maggiore connessione tra antichità e modernità. «Studiare il latino vuol dire andare alle radici della lingua italiana e del significato delle parole», ha aggiunto.
La riforma coinvolge tutte le fasi del percorso educativo dai 3 ai 14 anni e introduce nuove materie e metodi di insegnamento. «Abbiamo disegnato il cammino di bambini ed adolescenti dall’infanzia alle medie. Ma stiamo lavorando anche per le superiori. Cominciando dall’Italiano, ma non solo: verrà reintrodotta la possibilità di inserire il latino nel curricolo a partire dalla seconda media, abolita la geostoria nelle superiori e ridata centralità alla narrazione degli eventi storici dalla nascita dell’Italia ad oggi. Inoltre, sin dalla prima elementare, i bambini saranno avvicinati alla musica, alla sua comprensione e alla civiltà musicale”, ha dichiarato.
Tra gli esperti coinvolti nella stesura delle nuove linee guida figurano storici come Ernesto Galli della Loggia, latinisti come Andrea Balbo, il presidente emerito dell’Accademia della Crusca Claudio Marazzini e artisti di fama internazionale come Uto Ughi.
“Dopo aver cambiato le linee guida di fisica e matematica lo scorso anno, proseguiamo con il nostro lavoro”, ha affermato Valditara. Il dibattito sulle nuove indicazioni è aperto, con l’obiettivo di finalizzare il piano entro marzo 2026 per introdurlo nelle classi a partire dall’anno scolastico 2026-2027.
Un cambiamento significativo riguarderà la letteratura, che sarà potenziata anche nelle scuole primarie. “Sarà dato più spazio alla letteratura, anche dell’infanzia, e alla grammatica. L’insegnamento della letteratura sin dalla prima elementare deve far sì che gli studenti prendano gusto alla lettura e imparino a scrivere bene. Rafforzeremo le abilità di scrittura, partendo da testi semplici come filastrocche, scioglilingua e poesie a memoria”, ha spiegato.
Gli studenti delle elementari inizieranno anche a confrontarsi con l’epica classica, la mitologia greca, orientale e le saghe nordiche. “Dobbiamo coltivare la fantasia e la capacità di stupirsi dei ragazzi, senza trascurare la grammatica e la cultura della regola”, ha sottolineato il Ministro.
La riforma abolirà inoltre la “geostoria”, che verrà sostituita con un approccio più narrativo alla storia. “La storia diventa la scienza degli uomini nel tempo. L’idea è di sviluppare questa disciplina come una grande narrazione, privilegiando la storia d’Italia, dell’Europa e dell’Occidente. Nella scuola primaria, lo studio del patrimonio storico e delle civiltà italiche, greche e romane sarà centrale”, ha chiarito.
Infine, Valditara ha respinto le critiche che definiscono la scuola proposta dalla riforma “sovranista”. “Il nostro obiettivo è una scuola seria, protesa in avanti e attenta all’educazione critica dei nostri ragazzi”, ha concluso.