Da una parte Beppe Grillo, dall’altra Sahra Wagenknecht. Da una parte il mistero sulla presenza o meno del fondatore del Movimento, più probabile un videocollegamento; dall’altra la presenza, annunciata e prevista in pompa magna, della leader di Bsw, il partito nato da una costola della Linke e che condivide gran parte della visione del M5S targato Giuseppe Conte.

Al di là del padrone di casa ex presidente del Consiglio e dei nomi più importanti dell’attuale dirigenza pentastellata, sono loro, Grillo e Wagenknecht, gli “ospiti” più attesi della convention Nova che si apre oggi a Roma e che si concluderà domani con l’annuncio del risultato sui 12 quesiti proposti online agli iscritti M5S.

In ballo c’è il futuro del Movimento, ma anche il nome e il simbolo, così come le alleanze future, le regole interne tra cui quella sul doppio mandato, l’atteggiamento da assumere circa i più importanti temi di politica estera e interna. Insomma, Giuseppe Conte si gioca tutto, come lui stesso ha ammesso più volte dicendo che se il responso non sarà favorevole alla sua idea di partito, allora lascerà l’incarico.

Ma se un risultato diverso dalle aspettative è praticamente impossibile, sarà divertente osservare tutto ciò che ruoterà attorno all’evento al palazzo dei Congressi di Roma, a partire dall’intervento o meno di Beppe Grillo. «Se viene è il benvenuto», ha detto ancora ieri l’ex presidente della Camera, Roberto Fico, che si è detto favorevole a superare la regola dei due mandati ma non a cambiare nome e simbolo.

Ma il mistero sulla volontà del fondatore è rimasto fino all’ultimo, con Grillo che ieri mattina ha lasciato Roma dove era arrivato giovedì sera. In molti avevano legato la sua presenza nella Capitale a un suo intervento dal vivo alla convention, ma dal M5S si erano affrettati a specificare che «non potrà fare un comizio». Ma la “toccata e fuga” ha fatto propendere per un “assaggio del terreno”, in cui Grillo potrebbe aver studiato l’azione migliore da compiere per mettere i bastoni tra le ruote a Conte e, in sostanza, rovinargli l’incoronazione.

Se per la segretaria del Pd Elly Schlein è «positivo» che l’ex inquilino di palazzo Chigi abbia dichiarato di vole restare nel campo progressista, è ben noto che Grillo vorrebbe tornare al Movimento duro e puro delle origini, mandando al diavolo qualsiasi accordo con il Pd e l’establishment. Che è un po’ il leit motiv che ha guidato Sahra Wagenknecht nella fondazione del suo partito, che molti definiscono “rossobruno” per la vicinanza a partiti di destra su politica estera e immigrazione a quelli di sinistra su economia e welfare.

«Con il M5s abbiamo una stretta relazione e abbiamo molte affinità, solleviamo le stesse critiche che solleva Giuseppe Conte», spiega una fonte europea del partito, che ora siede tra i non iscritti, «condividiamo la stessa preoccupazione sull’escalation in Ucraina, sul no all’austerity e molto altro». Ora sembra che i contatti siano più frequenti di sempre, compresa la presenza domani di Wagenknecht a Roma, unica leader di partito invitata, sia tra quelli italiani che europei.

Martedì scorso l’europarlamentare tedesco di Bsw Fabio De Masi ha preso parte all’evento “L’Ue tra guerra e recessione: quali sono le possibili vie d’uscita?” al Parlamento europeo, promosso dall’europarlamentare del Movimento 5 Stelle Danilo Della Valle, che ha visto la partecipazione anche dell’europarlamentare belga Marc Botenga (PTB- The Left) e, da remoto, del direttore del Fatto Quotidiano Marco Travaglio. E «non è un mistero» che a fine giugno vi erano stati contatti tra il movimento tedesco e i pentastellati per provare a creare un gruppo, «ma poi non c’erano stati i numeri».

Alla fine i Cinque Stelle sono approdati nel gruppo The Left. Oggi Bsw spera ancora di poter formare un nuovo gruppo «nei prossimi mesi e comunque entro la legislatura» , ma non è interessato a entrare in The Left, «un gruppo politicamente insignificante, dove tutti sono divisi, specie sull’Ucraina».

Tuttavia i dieci eurodeputati del partito fondato da Wagenknecht voteranno “no” alla fiducia alla nuova Commissione von der Leyen mercoledì prossimo, proprio come gli eurodeputati M5S. «Il nostro sarà un voto contrario, naturalmente, perché questa Commissione avrà un’Alta rappresentante, Kaja Kallas, che si tira fuori da ogni campo di gioco diplomatico sull’Ucraina e su Gaza, continuerà le politiche di austerity, che però non valgono quando si tratta di lanciare eurobond per la difesa ( tra l’altro in una riunione ristretta a Varsavia dove c’è un ministro non- Ue, quello britannico), mantenendo il Fiscal Compact, e attuando politiche che andranno più a vantaggio degli Usa che dell’Europa», sottolinea la fonte. Dovesse ribadire queste parole domani, la standing ovation della platea pentastellata sarebbe garantita.