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L’INTERVENTO DEL MINISTRO SPERANZA
Speranza ottimista sul calo dei contagi ma conferma la linea dura per le feste natalizie. Ed è scontro Londra- Ue sull’ok al vaccino
Il vaccino contro il coronavirus sarà gratuito e accessibile a tutti, non obbligatorio in una prima fase ma potrebbe diventarlo se la risposta dei cittadini non dovesse essere soddisfacente. É stata una comunicazione lunga, quella del ministro della Salute, Roberto Speranza, ieri in Parlamento, dalla quale è emerso in modo chiaro quali saranno le prime categorie ad essere vaccinate: operatori sanitari ( circa un milione e mezzo di persone) ospiti e operatori delle Rsa ( circa mezzo milione) e anziani sopra gli 80 anni, ( circa sei milioni) per poi procedere con insegnanti, forze dell’ordine e operatori delle carceri. «Sarà una campagna vaccinale complessa - ha detto Speranza - ma siamo un grande Paese e dobbiamo dimostrare di essere all’altezza della sfida».
Le prime dosi, prodotte dalla statunitense Pfizer, dovrebbero arrivare tra il 23 e il 26 gennaio, se tutto andrà liscio con l’approvazione, entro il 29 dicembre, da parte dell’agenzia europea del farmaco ( Ema). Che entro il 12 gennaio dovrebbe dare il via libera anche al vaccino prodotto da Moderna, così da portare in Italia ulteriori dosi. Speranza ha fornito i numeri della campagna, che avrà la sua massima radicalizzazione nei mesi a cavallo tra primavera ed estate e che coinvolgerà 20mila operatori sanitari compresi gli specializzandi in Medicina, grazie a un accordo con il ministro dell’Università, Gaetano Manfredi, e le forze armate, in collaborazione con il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini. Le due aziende statunitensi dovrebbero fornire, nel primo trimestre 2021, rispettivamente otto milioni e 749mila dosi la Pfizer- Biontech e un milione e 346mila dosi Moderna. «Mentre parlo non ci sono altre date fissate da Ema per le autorizzazioni - ha sottolineato il Ministro - I contratti sottoscritti dalla Commissione europea, da cui discendono le distribuzioni al nostro paese, vanno sempre considerati come best scenario e sempre subordinati ai processi autorizzativi che, ribadisco, non hanno ancora certezza assoluta». L’Italia ha comunque sottoscritto accordi per 202 milioni e 573mila dosi di vaccino, suddivise tra le diverse aziende farmaceutiche. Nello specifico, se tutto andrà per il meglio con le autorizzazioni europee arriveranno nel nostro Paese più di quaranta milioni di dosi sia da AstraZeneca che da Sanofi, quasi 54 milioni da Johnson& Johnson, poco meno di 27 milioni da Pfizer, oltre 30 milioni da Cure-Vac e quasi 11 milioni di dosi da Moderna. Una mole di vaccini che dovrà essere gestita, distribuita e somministrata durante il prossimo anno, attraverso una gestione centralizzata ma che prevede oltre 300 postazioni sanitarie già predisposte su piano regionale. «Ho sempre pensato che la scienza ci avrebbe portato fuori da questa crisi ha aggiunto Speranza - Ancora è presto e serve cautela, ma si vede finalmente la luce in fondo al tunnel». Una luce che nel Regno Unito diventerà concreta già la prossima settimana, dal momento che l’agenzia britannica ha già approvato il vaccino di Pfizer. Una prima vittoria britannica nel post Brexit, tanto che la risposta dell’Unione europea non si è fatta attendere tanto che l’Ema ha definito “più appropriato” il procedimento seguito da Bruxelles rispetto a quello di Londra. Regno Unito dove per il Natale molte restrizioni verranno allentate, cosa che non avverrà in Italia. Nella prima parte dell’informativa in Aula, Speranza ha infatti illustrato alcune delle misure previste nel prossimo Dpcm, che il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, firmerà con ogni probabilità oggi. «É necessario che nelle giornate del 25 e 26 dicembre e il primo gennaio siano vietati gli spostamenti tra comuni, anche in zona gialla», ha detto il titolare della Salute. Le diverse zone di gravità del livello di contagio rimarranno fino al 7 gennaio, come indicato dal ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, e da metà dicembre tutta Italia dovrebbe passare in zona gialla. Uno spiraglio di normalità che permetterà di trascorrere le festività natalizie con maggiore serenità, con possibili deroghe allo spostamento tra regioni per parenti soli e ricongiungimenti familiari. Ma la guardia deve restare alta perché, avverte Speranza,» altrimenti la terza ondata è dietro l’angolo».