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«Ma vi rendete conto? Imprenditori di Piacenza oggi sono arrivati a Napoli e sono stati mandati in ospedale per controlli... Qui tra poco ci sarà la reazione veemente dei ceti produttivi. La settimana prossima chi ha una fabbrica potrebbe anche non rispettare le ordinanze. Qui non si ha la percezione di quello che sta arrivando...». Giancarlo Giorgetti alla buvette di Montecitorio non ha dubbi. «La situazione è grave», afferma. Auspica un governo di emergenza nazionale? «Io con l’inverno vado in letargo ma l’emergenza c’era prima e ci sarà anche dopo il Coronavirus». Giorgetti si fa portavoce delle preoccupazioni del mondo delle imprese ma in qualche modo anche di quelle delle regioni. Lo scontro tra il premier e alcuni governatori? «La Costituzione è legge. Non è che si può cambiare con un decreto», osserva. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte oggi ha parlato di unità nazionale, ha chiesto nuovamente alle regioni di non muoversi per conto proprio, ha spiegato che le misure “restrittive” nei confronti degli italiani che provengono dalle regioni coinvolte nelle misure di contrasto al coronavirus «sono inaccettabili». «Francia o Spagna purchè se magna», afferma ironico il numero due della Lega , ricordando come il Capo dell’esecutivo sia passato a suo dire dall’abbraccio con la destra a quello con la sinistra. Il presidente del Consiglio ha rimarcato di voler portare avanti una linea di trasparenza e di rigore, ha sentito al telefono il Cancelliere austriaco Kurz, ha sottolineato che le misure prese «sono flessibili» e comunque in linea con «le indicazioni scientifiche», ha ribadito che «il sistema sanitario nazionale è eccezionale» comprendendo anche la struttura dell’ospedale di Codogno, ha aggiunto che le proposte della Lega saranno prese in considerazione. Si augura insomma un clima di collaborazione. Per quel che riguarda i dati medici, il bollettino di ieri parla di un nuovo morto, la dodicesima vittima, e di sei minori contagiati, nessuno dei quali però è considerato grave. Al momento i focolai restano quelli della Lombardia e del Veneto e tutti i contagiati avevano avuto contatti con i residenti delle zone rosse. Buone notizie arrivano dal Lazio, dove non risultano più ammalati perché sono guariti sia la coppia di cinesi primi ammalati in Italia, sia il ricercatore che era rientrato dalla Cina.