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«Sono preoccupato». Antonio Tajani, vice premier e ministro degli Esteri, intervistato dal Sole 24 Ore, ripropone tutte le preplessità azzurre riguardo al “dossier extraprofitti” che tanta tensione ha scatenato all’interno del governo proprio per l’estromissione di Forza Italia dal processo decisionale.
«È giusto che le banche in questo momento siano chiamate a dare un contributo», dice Tajani. «Su questo sono d'accordo, mentre come Forza Italiasiamo in disaccordo sul metodo con il quale è stata introdotta», puntualizza il vice premier, lanciando un messaggio chiaro a Giorgia Meloni che aveva rivendicato la scelta di non comunicare agli azzurri la sua decisione. «Ora però bisogna scrivere bene la norma affinché produca un effetto positivo sui conti dello Stato senza creare problemi al nostro sistema economico-finanziario e al bilancio dello Stato», prosegue il sseretario di Fi. «Una delle preoccupazioni è legata al fatto che si tassano i rendimenti dei titoli di Stato invece di incentivare le banche a questi titoli. Poiché sono oltre 400 miliardi quelli detenuti dalle banche, sono il secondo detentore per dimensioni dopo la Banca d'Italia, rischiamo che ci siano ricadute sulle prossime aste, perché gli istituti di credito potrebbero non essere invogliati a partecipare», mette in chiaro Tajani.
Che infine argomenta: «Mi preoccupo della stabilitaà finanziaria e del bilancio dello Stato. È necessario fare in modo che un eventuale gettito di 2-3 miliardi sia assicurato senza fare norme inique. Intendiamo presentare emendamenti in Parlamento per correggere 4 punti».