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E infine il governo ha trovato la quadra sulle nomine, compreso il prossimo comandante della Guardia di Finanza che con ogni probabilità sarà Andrea De Gennaro. La sua nomina sarà ufficializzata nel prossimo Consiglio dei ministri utile dopo che il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, sarà tornato domenica dal Giappone. Ma nel comunicato diffuso dopo il Cdm di ieri si legge che Giorgetti formalizzerà la proposta di nomina «sulla base dell’accordo politico già raggiunto». Dunque la decisione è stata presa e se verrà confermata la scelta di De Gennaro potrà considerarsi una vittoria di Giorgia Meloni, visto che Matteo Salvini puntava invece su Umberto Sirico.
Il Cdm, durato circa mezz’ora, ha ufficializzato altre nomine, come quella di Vittorio Pisani a capo della Polizia. Pisani prende dunque il posto di Lamberto Giannini, che diventa prefetto di Roma, città nella quale ha già lavorato come capo della Digos. «Abbiamo scelto due servitori dello Stato di grande competenza ed esperienza che contribuiranno a rafforzare la sicurezza dei cittadini e la difesa delle istituzioni - ha detto Meloni - Siamo profondamente grati per il lavoro che la Polizia e le Forze dell’Ordine svolgono ogni giorno per mantenere l’ordine pubblico: a Vittorio Pisani e Lamberto Giannini auguro un grande successo in questo nuovo e delicato incarico, per il quale potranno contare sul pieno sostegno del Governo».
Poco prima era arrivato il commento del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, che si è detto «convinto che, grazie alla loro professionalità ed esperienza, Pisani e Giannini sapranno svolgere al meglio i nuovi prestigiosi incarichi a servizio delle Istituzioni e dei nostri cittadini».
Pisani è nato a Catanzaro, ha 56 anni e a febbraio scorso era stato nominato prefetto e collocato fuori ruolo alla presidenza del Consiglio. Nel 2021 Mario Draghi e la ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, gli avevano affidato la vice direzione dell’Aisi. Negli anni 90 Pisani è stato funzionario responsabile di diverse sezioni investigative della Squadra Mobile di Napoli e nel 1998 fu promosso per merito straordinario al grado di vice questore aggiunto per l’ operazione di polizia giudiziaria che portò alla cattura dei capi latitanti dell’Alleanza di Secondigliano. Nel 2004 diventò capo della Squadra mobile di Napoli e divenne celebre per l’arresto dei boss superlatitanti dei Casalesi Antonio Iovine e Michele Zagaria. Fino al 2016, quando fu promosso al ruolo di dirigente superiore, e alla Direzione centrale dell’immigrazione e polizia delle frontiere, dove si siede durante il mandato di Matteo Salvini al Viminale.
Giannini ha invece 59 anni, è romano, viene da due anni alla guida della Polizia e avrà poteri speciali ed esecutivi per il Giubileo 2025. Per oltre 30 anni ha operato come investigatore nel mondo dell’antiterrorismo, conducendo indagini sugli omicidi delle Nuove Brigate Rosse di Massimo D’Antona e Marco Biagi, insieme con quello dell’agente della Polfer Emanuele Petri.
Ma non solo le forze dell’ordine sono state oggetto di nomina nel Cdm di ieri. Il governo ha infatti approvato i nuovi vertici della Rai, dopo le dimissioni dell’ormai ex dg Carlo Fuortes, voluto dall’allora presidente del Consiglio Mario Draghi, che potrebbe andare a dirigere il teatro San Carlo di Napoli. Il nuovo amministratore delegato della Rai è Roberto Sergio, manager di lungo corso entrato in azienda nel 2007 su spinta dei centristi, essendo peraltro molto vicino a Pier Ferdinando Casini. Romano, 63 anni, Sergio era direttore di Rai Radio dal 2016. Da lui partirà il restyling della Rai formato Meloni, che potrebbe vedere partenze eccellenti, da quella di Fabio Fazio a quella di Flavio Insinna, fino a un ridimensionamento di Amadeus per Sanremo, e arrivi vicini all’area di governo, da Pino Insegno fino ai giornalisti Laura Tecce e Nicola Porro.