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«Solo a sentire il chiacchiereccio in giro di questa sinistra su Renzi mi sento di dare la mia più totale solidarietà a lui». Sorride, amara, Stefania Craxi. Figlia dello statista socialista morto a 65 anni in esilio ad Hammamet, senatrice di Forza Italia, vicepresidente della commissione Esteri di Palazzo Madama, la Craxi a Renzi dice: «Liberati dal giustizialismo e da questa sinistra che lo ha inoculato».
Senatrice Craxi, cosa ha provato di fronte all’arresto, ai domiciliari, dei genitori dell’ex premier ed ex segretario del Pd, oggi uno dei leader dell’opposizione? Matteo Renzi ha la mia più totale solidarietà umana e politica. Perché i tempi, i modi, con i quali è stato preso questo provvedimento abnorme nei confronti dei suoi genitori lasciano più di un sospetto. Nelle sue dichiarazioni, anche dei giorni scorsi, emerge qualcosa di torbido.
E’ quello che di fatto dice lui stesso. Però la differenza tra me e lui è che io lo posso dire perché non è da oggi che parlo di una giustizia ingiusta, dello sconfinamento della giustizia in campi che non le appartengono e di un suo usi politico. Renzi, invece, per la sua collocazione, rischia di far fatica a dirlo.
Perché? Una certa sinistra è responsabile di aver inoculato il morbo prima del moralismo militante poi del giustizialismo nella politica e nella società italiana.
Proprio l’altro ieri è stato il ventisettesimo anniversario dell’avvio di Mani pulite. A< ppunto. Io rilevo in Renzi infatti una contraddizione di fondo: da un lato dice di aver piena fiducia nella magistratura, dall’altro invece dice che se non avesse fatto politica non sarebbe successo niente. Questa contraddizione non sta a me scioglierla, sta a Renzi e alla sinistra che lui rappresenta farlo. Vede, io già immagino i risolini caustici di Massimo D’Alema…
D’Alema però non trattato esattamente con i guanti da Renzi mi sembra se ne sia stato buono finora… Ma certo. Parlando di D’Alema, io non indico la persona ma quella sinistra responsabile di aver liberato il mostro del giustizialismo e non aver saputo più rimetterlo dentro.
Il Pd e anche Renzi si sono attestati sul sì al processo al ministro Matteo Salvini. E questo mentre arrivava un provvedimento abnorme. Io non ho letto le carte, ma si tratta di un’indagine avviata da mesi e accanirsi contro due persone di settant’anni, nella mia concezione garantista su come dovrebbe essere utilizzata la custodia cautelare, è un provvedimento davvero abnorme.
Lo stesso giudizio usato da Renzi. La contraddizione sta a tutta a sinistra. E Renzi ha perso l’ennesima occasione per assumere posizioni garantiste. Purtroppo, e ripeto purtroppo, perché non c’è proprio nulla di cui esser contenti, queste posizioni le pagherà. Le paga lui dal punto di vista anche personale perché credo che sia un dolore in una famiglia e pagherà anche dal punto di vista politico. Perché sta nell’ambito di questa sinistra che non ha mai dimostrato garantismo se non a fasi alterne.
E quindi? Renzi sta in un guaio.
Che sentimento prova sul piano personale da figlia per il “figlio” Renzi, seppur siano casi assolutamente diversi, a cominciare dal ruolo dei rispettivi genitori? Si prova un grande dolore soprattutto se si ha la coscienza che si è di fronte a un provvedimento ingiusto. Dopodiché in questa democrazia vige la presunzione d’innocenza e invece per anni è stato tollerato che i processi si facessero sui giornali e nelle piazze.
Il nastro del film torna indietro e tornano in mente le immagini dell’aggressione a suo padre al Raphael, la sera in cui nacque il processo di piazza. Dal Raphael alla piattaforma Rousseau? Quella volta la sinistra ha aizzato le piazze, oggi ci troviamo di fronte alla piattaforma Rousseau. Craxi fu il primo esempio dei processi che avvenivano nelle piazze prima che nelle aule del parlamento e in quelle giudiziarie. Di anno in anno, di decennio in decennio siamo arrivati a oggi. In un clima infame che non è mai terminato.
Al senatore Renzi consiglia di liberarsi di questa sinistra? Assolutamente sì. Lui ha detto di volersene liberare, in qualche modo. Dopodiché però è questa sinistra che si è liberata di lui. E lui stesso non si è liberato di quel sentimento moralista e giustizialista che quella sinistra ha inoculato e mal gliene incolse.
A dire il vero, D’Alema un po’ per quanto timidamente molti anni fa provò a rimarcare una distinzione tra politica e giustizia e nel partito gli saltarono addosso. Renzi non c’era. Timidamente non basta. Ma D’Alema e quella generazione per una ragione esclusivamente di potere scelsero la via giudiziaria.
Che rapporti personali ha con il suo collega senatore Renzi? Di colleganza, stiamo nella stessa commissione. Ma la questione non è personale è politica. Bisogna riportare la magistratura nel suo giusto ambito che è quello di stabilire il fatto reato, non certo l’obiettivo di finire sui giornali, non certo di funzionare a orologeria, non certo di utilizzare due pesi e due misure. Si tratta di restituire alla giustizia la sua funzione che è quella del servizio reso a tutela delle ragioni del cittadino. Non essere stata capace di fare una riforma seria lo considero il più grande fallimento politico della “Seconda” Repubblica che non è stata in grado di opporsi a questo clima infame. Quel clima che oggi ha prodotto la deriva giustizialista grillina. Peraltro anche loro si contraddicono spesso e volentieri.
Renzi le ha mai parlato di suo padre? Credo che anche alla luce di quello che succede stia facendo una riflessione su Craxi. Tempo fa mi chiese l’ultimo libro di mio padre sulla politica estera (“Uno sguardo sul mondo” Mondadori, a cura della Fondazione Craxi) poi mi mandò un messaggio per ringraziarmi. Forse deve leggere un po’ di più.
E la Lega con il garantismo come è messa ora? La Lega almeno qualche riflessione nel merito l'ha fatta. Ma anche i processi a Craxi erano processi con sentenze abnormi. Quindi, io non mi trovo in contraddizione con quello che abbiamo sempre sostenuto.