La speranza che le cose possano migliorare e la certezza di un viaggio in Europa. Giorgia Meloni torna da Washington con un bicchiere certamente mezzo pieno, se non ci si limita ai passi formali o agli accordi nero su bianco, ma si tiene conto anche del “body language” manifestato dal presidente Usa sin dal momento in cui ha accolto la nostra presidente del Consiglio sulla soglia Casa Bianca.

Un Trump decisamente sorridente, cordiale ma non sopra le righe, al contrario di quanto dimostrato in diverse occasioni nelle ultime settimane. A confermare la stima e il rispetto reali che nutre per Meloni, che a scanso di equivoci ha subito definito, in favore di telecamera, «una persona eccezionale».

Prima del faccia a faccia, i due protagonisti dell'incontro hanno tenuto un breve briefing in presenza dei giornalisti, in cui è apparso chiaro che il clima fosse molto positivo. «Io penso che la cosa migliore», ha affermato Meloni, «sia parlare francamente delle esigenze che ognuno di noi ha e trovarci a metà strada, perché questo è utile per tutti». «Qualcuno», ha aggiunto, «mi ha definito una nazionalista occidentale. Non so se sia la parola giusta, ma sono certa che insieme siamo più forti e bisogna trovare un modo. Sono qui per trovare il modo migliore per renderci entrambi più forti sulle due sponde dell'Atlantico». «Se pensassi che gli Usa non sono un partner affidabile», ha concluso, «non sarei qui». Poi, un primo passo formale, con l'invito al presidente americano per una missione pacificatrice o quanto meno diplomatica nel Vecchio Continente, sia sul piano bilaterale che su quello comunitario: «Vorrei invitare il presidente Trump», ha sottolineato Meloni, «a compiere una visita ufficiale nel nostro Paese e vorremmo organizzare un incontro con l'Europa. Sono sicura che si possa raggiungere un accordo».

La premier italiana ha poi confermato ufficialmente quanto annunciato più volte nelle scorse settimane, andando incontro alle richieste di Trump sul fronte del contributo alle spese Nato: «Aumenteremo le spese al 2%», ha detto, «come richiesto. L'Europa è impegnata a fare di più, sta lavorando sugli strumenti per consentire gli Stati membri ad aumentare le spese per la Difesa. Siamo convinti che tutti debbano fare di più».

Da parte sua, il presidente degli Stati Uniti si è detto «molto fiducioso» su un accordo commerciale con l'Ue e, in generale, che il suo paese continuerà a dialogare «senza fretta» con tutti i paesi stranieri per rivedere l'ammontare dei dazi annunciati e poi congelati per 90 giorni. E in quest'ottica, Trump si è detto convinto che «gli Stati Uniti faranno un buon accordo con la Cina». Dopo l’incontro, però, a chi gli chiedeva se Maeloni lo avesse convinto a cambiare idea sui dazi, Trump ha risposto, come era prevedibile, di no e che questi «ci stanno arricchendo perché con Biden stavamo perdendo milioni di milioni», ma l’obiettivo dell’inquilina di Palazzo Chigi non era certo così ambizioso..

Sempre al termine dell'incontro, durato più di un'ora, la presidente del Consiglio e il suo interlocutore hanno ribadito più diffusamente i concetti già espressi in precedenza. «Con il presidente Trump», ha detto Meloni, «condividiamo tanti temi, l'opposizione all'ideologia woke, la lotta alla droghe sintetiche, l'Italia è uno dei paesi che ha redatto un piano contro il Fentanyl, il contrasto all'immigrazione clandestina. E' stato un pranzo molto proficuo dove abbiamo discusso anche di spazio e di energia, l'Italia aumenterà le proprie spese per la difesa». «L'Italia», ha detto ancora, «dovrà aumentare le importazioni di gas e anche il nucleare. Stiamo cercando di svilupparlo, questa è un'altra asse di lavoro insieme e penso che ci saranno altri percorsi di lavoro congiunto». La premier ha anche confermato che Trump ha accettato l'invito in Europa: «Grazie per aver accettato il nostro invito», ha detto rivolgendosi direttamente al presidente. «Qualcuno», ha concluso, «mi chiama nazionalista occidentale, non so se sia la parola giusta, ma io so che quando parlo di Occidente, non parlo principalmente di spazio geografico, ma parlo di civiltà. E voglio rendere questa civiltà più forte. Quindi penso che, anche se abbiamo dei problemi tra le due sponde dell'Atlantico, questo è il momento di sederci e trovare delle soluzioni. Voglio rendere l'Occidente di nuovo grande».

Una divaricazione dei punti di vista tra i due si è chiaramente percepita quando si è parlato del conflitto ucraino, laddove Trump ha ribadito il proprio giudizio negativo Zelensky, addebitandogli implicitamente la responsabilità della guerra e delle vittime, mentre Meloni ha affermato che “è chiaro che la Russia è l'invasore”.