Aspettavano tutti il momento della stretta di mano, quando la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, appena scesa dall’auto si sarebbe diretta verso il presidente della Campania, Vincenzo De Luca. L’avrebbe accolta con favore? Avrebbe ricambiato il saluto in maniera istituzionale? Avrebbe detto una battuta delle sue, in risposta a quel «piacere, quella stronza della Meloni», detto dalla leader di Fdi appena qualche settimana fa a Caivano, che lo lasciò di stucco?

Lo “sceriffo” di Salerno non ha deluso le aspettative e ha deciso di rispondere a tono, ma andandoci piuttosto leggero. Al saluto di Meloni ha risposto con un «sono il civile De Luca, le rinnovo il mio benvenuto a Napoli», a sottolineare la differenza, nella sua visione, con la “malacreanza” dimostrata dalla presidente del Consiglio a Caivano. E insomma il terzo atto della saga, cominciata con il video “rubato” di De Luca in Transatlantico che dà della “stronza” all’inquilina di palazzo Chigi durante una discussione sul reddito di cittadinanza, è andato in scena a Napoli, dove la presidente del Consiglio ha fatto tappa per firmare il protocollo di intesa sulla riqualificazione dell’ex area industriale di Bagnoli.

Un progetto i cui cantieri non sono ancora partiti ma sul quale Meloni ha voluto ribadire l’impegno del governo, dopo l’acceso confronto delle ultime settimane proprio tra De Luca e il ministro per le Politiche di coesione, Raffaele Fitto. Polemiche incentrate soprattutto sui fondi da destinare alla riqualificazione dell’area, per la quale è previsto lo stanziamento di un miliardo e 200 milioni di euro.

«Ho detto a Fitto che non manca più nulla per approvare l'accordo di coesione - ha rimarca il presidente della Regione - ci erano stati chiesti i Cup di alcuni progetti, gli ho detto che glieli abbiamo mandati già sabato, quindi non c'è più nulla da mandare: mi auguro che si concluda questo lungo calvario che abbiamo vissuto e che tiene bloccato tutto il comparto della cultura, dello spettacolo, le opere stradali che abbiamo previsto per i Comuni, le opere di assetto territoriale».

Presente, oltre a Meloni, Fitto e De Luca, anche il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, nonché commissario straordinario del governo su Bagnoli. Meloni ha preso la parla subito dopo lo stesso Manfredi. «Voglio dire ai cittadini che fuori manifestano, credo siano dei centri sociali e che parlano di passerelle, che li capisco perché qui molte promesse sono state tradite, ma voglio anche dire di darci la possibilità di dimostrare che le cose sono cambiate - ha detto la presidente del Consiglio - Fino ad ora sono sempre mancate le risorse, adesso le abbiamo trovate». Aggiungendo poi che «oggi le istituzioni e lo Stato sono a Bagnoli e mettono la faccia su un problema annoso, spero che la politica debba sfidare se stessa sui problemi difficili, noi proviamo a farlo come abbiamo fatto in altri luoghi, penso a Caivano». Con un accento su quanto fatto per far partire la macchina e su quanto accadrà ora, per evitare che si fermi per l’ennesima volta come accaduto da trent’anni a questa parte.

«È stato fatto un bel lavoro di squadra per affrontare l’opera di riqualificazione più ambiziosa d’Europa - ha spiegato - La sfida è trasformare un’area simbolo di incapacità delle istituzioni ad essere concrete nel,e risposte in un moderno polo turistico, balneare, commerciale, che sia all’altezza di questa straordinaria realtà. Completare il risanamento di Bagnoli è un investimento strategico».

Poco prima Manfredi aveva posto l’accento sui ritardi accumulatisi in questi tre decenni, augurandosi che questa sia «la volta buona» per Bagnoli. «Una storia così lunga che trova una conclusione e una accelerazione forte per recuperare un fondamentale pezzo di città - ha commentato il primo cittadino - È un passo molto importante perché possiamo far partire dal punto di vista finanziario i lavori sia per le bonifiche e soprattutto per le infrastrutture: il passo successivo, ed è una responsabilità di Invitalia, sarà lo scouting sugli investimenti».