“Forever young”. Ovvero quando la colonna sonora è il messaggio. Matteo Renzi festeggia i suoi 50 anni e chiama a raccolta la comunità di Italia viva (circa 2mila gli 'invitati' secondo il partito). L'ex premier arriva al teatro Cartiere Carrara guidando la sua Mini, con la famiglia al gran completo. Prima di spegnere le candeline, però, il leader di Iv più che un desiderio si concede un avvertimento: "La fase zen in cui mangiamo fango e sputiamo miele è finita. Siamo tornati in campo perché non accettiamo l'incantesimo di un'opposizione addormentata e di una comunicazione che si occupa delle formiche", dice chiaro.

Se, infatti, "felicità e gratitudine" sono le parole pronunciate guardando al passato, è la "voglia di continuare a giocare" che Renzi assicura per il futuro: "Sono preoccupati di noi perché sanno che quel 2/3% tra due anni sarà decisivo, abbiamo due anni di tempo per riempire di contenuti questo centro che guarda a sinistra", scandisce. L'operazione, insomma, rimane quella nata dopo l'abbraccio con Elly Schlein alla partita del cuore: contribuire a creare l'ala moderata e riformista del centrosinistra, abbandonando la 'terzietà' di un polo mai realmente nato.

L'avversario, quindi, adesso, è Giorgia Meloni e l'ex premier si dice pronto alla 'battaglia': "Quando la premier vede che sto mettendo in campo un'operazione politica per un centro che guarda a sinistra lei prima mi dà un segnale e poi mi dà nottetempo la botta. Il segnale è: tu non ti allinei e io ti faccio la norma contro", dice riferendosi alla legge, contenuta in manovra, che impedisce a parlamentari e membri del governo di avere lavori retribuiti fuori dall'Unione Europea.

La risposta, c'è da giurarlo, sarà contenuta nel nuovo libro che Renzi annuncia: uscirà  il 18 marzo e si intitola 'L'influencer', soprannome che da tempo Renzi ha scelto per la premier. "Ci davano morti e sempre qua siamo. Vedendo i media di oggi la Meloni del 2025 mi sembra Conte del 2020. Penso che è arrivato il momento di mettere la faccia a servizio di una battaglia di civiltà, dicendo le cose che non dice l'opposizione e non dicono i media. Che Meloni è molto diversa da come sembra e da quello che serve al paese", dice.

Il leader di Iv si iscrive insomma tra coloro che nel 2025 cercheranno di creare "un'alternativa". "Molti italiani vogliono bene a Giorgia Meloni, poi c'è una parte di italiani che dice che Giorgia Meloni non è capace. Io penso, come gli italiani che dicono che lei non è capace, che sia arrivato il momento di dare la svolta. La mia proposta politica? Quella in cui il centro farà la differenza, il centro che farà vincere il centrosinistra", insiste.

Antonio Tajani la pensa diversamente:  "Vogliamo che nasca un centro sempre più forte e questo tocca a noi, non ci sono altre forze in Italia in grado di costruire questo progetto. Poi ognuno può sognare, ci sono stati piccoli tentativi. L'unica forza che può riuscirci si chiama FI", dice chiaro, ribadendo sia la sua lealtà al centrodestra che il No al terzo mandato per i Governatori. Renzi, intanto, continua a prendere di mira Matteo Salvini, colpevole a suo dire dell'ennesima giornata di caos per la rete ferroviaria che lo ha costretto ad arrivare a Firenze con un'ora di ritardo. 

"Ho chiesto in Senato a Salvini se lui fosse incapace o portasse sfiga. Stamattina è arrivata la risposta: tutte e due", esordisce. Uno dei passaggi più sentiti, per il leader di Iv, riguarda l'inchiesta Open. "Oggi ci mettiamo alle spalle 6 anni, è stata un attentato alla libertà parlamentare per fermare uomini e donne che fanno politica", dice ringraziando la moglie Agnese e i tre figli, seduti in prima fila. La stoccata finale è per un altro 'nemico' di sempre: "Oggi non paga Italia Viva - puntualizza sorridendo prima di sedere a tavola per pranzo con tutti i suoi invitati - oggi pago io con i soldi di Marco Travaglio, che dopo averci diffamato ci ha sfamato, e chi voleva affamarci sappia che noi non ci fermiamo". La fase Zen di Renzi, ove mai fosse cominciata, è finita.
(Nadia Pietrafitta Roma – LaPresse)