Siparietto tra Giorgia Meloni ed Edi Rama all’Adnec Centre di Abu Dhabi, dove è in corso il summit sull’energia. Il primo ministro albanese si è inginocchiato davanti alla premier italiana al suo arrivo e le ha fatto gli auguri per il suo compleanno, strappandole un sorriso. «La devi fare finita con questa storia», ha scherzato la presidente del Consiglio, ricevendo in dono da Rama un foulard raffigurante delle immagini scattate da un fotografo italiano, Pietro Marrubi, che lasciò l’Italia per l’Albania nel 1856, divenendo cittadino del Paese balcanico. «La mia sorella», ha più volte detto Rama riferendosi a Meloni. Il capo del governo di Tirana ha anche provato a intonare il motivetto «tanti auguri a te» coinvolgendo i giornalisti presenti. 

Proprio la stampa italiana è stata al centro del siparietto. «Pensano che tu ce l’abbia con loro», ha detto il primo ministro albanese alla presidente del Consiglio. «Ma come, abbiamo passato pochi giorni fa tre ore insieme...», ha risposto Meloni, riferendosi alla conferenza stampa di fine anno poi rinviata al 9 gennaio.

Conversando con i cronisti italiani, il primo ministro di Tirana ha rivelato: «Meloni adora la stampa italiana, lo dice sempre: io sono una donna fortunatissima, con questi giornalisti è fantastico, sono perspicaci. Lo dice con piena ammirazione. E io poi sono un tifoso della stampa italiana. Lei è veramente fortunata ad avere una stampa come la vostra, c’è molto di peggio». «Il primo giornale italiano che ho letto è stata la Gazzetta dello Sport, una volta a Parigi nel 1991: c’era un articolo sul nuovo stadio di Milano. Siamo ancora su quel dibattito, che poi non è colpa della stampa se non fanno lo stadio...», ha aggiunto.

Per il suo compleanno la premier ha ricevuto anche un mazzo di fiori dal presidente del Kazakhstan, Jomart Tokayev. «E sono 48! Grazie a tutti per la forza e l’energia che mi date. Finché voi ci siete, continuerò a dare il massimo per restituire all’Italia il posto che merita nel mondo», ha scritto poi in un post su X il presidente del Consiglio.