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Stefano Parisi sarà o no il coordinatore unico di Forza Italia? Il diretto intreressato smentisce ma solo con un cenno della mano ai cronisti al termine di una giornata contrassegnata da fibrillazione sul futuro degli assetti del gruppo dirigente azzurro. Nunzia De Girolamo, che conosce abbastanza bene il vento che tira ad Arcore e dintorni, non a caso aveva detto poco prima allAdn Kronos: «Nessuna autocandidatura da parte di Parisi». E ancora: «Tutto ciò che decide il nostro presidente Berlusconi per me è legge». Insomma, via libera a Parisi come coordinatore unico di Forza Italia? Questo sembra lorientamento del Cav. Che oggi riunirà a Arcore i capigruppo, i loro vice, Antonio Tajani, Maurizio Gasparri Giovanni Toti, Mariastella Gelmini e Giovanni Matteoli, oltre allo staff (Valentino Valentini capo della segreteria, Sestino Giacomoni). Potrebbe anche partecipare anche Gianni Letta, il tesoriere Alfredo Messina, senatore e ex top manager Fininvest. Sarebbe stato, infatti, un po surreale pensare che ieri mattina sul quotidiano La Stampa apparisse unintervista a Stefano Parisi, con il titolo sulla sua «discesa in campo per guidare il centrodestra», senza che Silvio Berlusconi ne sapesse niente. Poteva esser colto di sorpresa proprio il leader azzurro e nei fatti ancora della coalizione? Forse neppure un bambino avrebbe potuto crederlo. Evidente che lex candidato sindaco a Milano, che ha mancato la vittoria per un soffio, compiendo così un piccolo miracolo riunendo tutto il centrodestra compreso Ncd, supportato nelle sue uscite dal Cav, sembra ormai avviato a diventare il coordinatore unico di Forza Italia. A meno che, visto landazzo non esattamente lineare delle cose azzurre soprattutto in questi ultimi tempi, il Cav allultimo ci ripensi. In ogni caso la controprova del fatto che il leader azzurro abbia preferito (fino a prova contraria) il manager di Chili spa al governatore ligure Giovanni Toti, starebbe già nella forte irritazione che lintervista di Parisi ha suscitato nel cosiddetto fronte del Nord, capeggiato appunto da Toti. Il fronte del Nord ieri a Roma si è subito riunito per un pranzo sfogatoio in un ristorante. Secondo indiscrezioni, con Toti cerano anche Mariastella Gelmini, il capogruppo azzurro al Senato Paolo Romani e sembra che anche Mara Carfagna abbia fatto una apparizione. Ora sulle agenzie di stampa si parla di processo a Parisi oggi a Arcore. Ma un po difficile immaginare che finisca in un processo da parte dei malpancisti allex candidato sindaco a Milano. Semmai potrebbe essere uno sfogatoio. I mal di pancia azzurri, con relative aspirazioni frustrate, sono molti. Ma il Cav sembra determinato ad andare avanti sulla nomina di Parisi, che certo non avverrà oggi. E comunque andrà, lex premier vedrebbe come fumo negli occhi la proposta che oggi il fronte del Nord sembra fosse stato pronto a rimettergli sul piatto: direzione collegiale fatta dai capigruppo, dai loro vice e dallo stesso Toti. Sarebbe per il Cav questo un modo per creare ancora più confusione e andare a una nomina surrettizia del governatore ligure a coordinatore unico. Non sembra, quindi, affatto un caso che lintervista a La Stampa sia uscita proprio a ridosso del vertice di Arcore che potrebbe anche slittare. Un modo per stoppare i malpancisti?Il rapporto tra Berlusconi e Toti si sarebbe incrinato in seguito alle numerose uscite del governatore ligure a favore delle primarie. E soprattutto Berlusconi avrebbe avuto una lite con lui proprio pochi giorni prima del ricovero al S. Raffaele, perché Toti si schierò di fatto con Giorgia Meloni e attaccò la scelta del Cav di fare lo strappo a Roma con la leader di Fdi e Matteo Salvini. Berlusconi lo definì «uno schiaffo educativo ai due ragazzi». Che alla fine però sembra essersi trasformato anche come schiaffo al suo consigliere, le cui uscite su Il Corriere della sera proprio a pochi giorni dallintervento a cuore aperto del Cav, avrebbero fortemente irritato lo staff storico di Silvio, composto dagli amici di una vita Gianni Letta e Fedele Confalonieri, che tra loro avrebbero commentato: «Questo Toti è un chiacchierone». Lex direttore Mediaset contrattaccò poi mettendo sotto accuse le scelte della cerchia ristretta. Sembra molto più probabile che Parisi divenga coordinatore unico che Toti candidato premier. Perché, come dicono i bene informati a Il Dubbio, sul candidato premier «si vedrà, non è detta che sia Parisi che comunque ha certo più chance di Toti, ma un passo alla volta». Intanto Parisi sembra già parlare da coordinatore unico. Ne sa qualcosa il premier Renzi.