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Opposizioni unite contro Meloni
La furiosa lite tra governo e magistratura sul caso Albania, conseguente alla sentenza del tribunale di Roma che ha riportato in Italia i 16 migranti finiti nei centri oltre Adriatico, potrebbe finire in Parlamento.
Le opposizioni si sono convinte infatti a chiedere che la presidente del Consiglio Giorgia Meloni riferisca in Aula sulla gestione generale della questione e in particolare sugli ultimi sviluppi, a partire dal botta e risposta tra il Consiglio d’Europa e alcuni esponenti dell’esecutivo, la stessa Meloni in primis, sulle accuse di «razzismo» alle nostre Forze dell’Ordine.
A chiedere l’approdo in Aula dell’inquilina di palazzo Chigi sono Pd, M5S, Avs, Iv, Azione e Più Europa, dunque tutta la minoranza unita. La richiesta punta a «fare chiarezza» sul decreto approvato in Cdm e la lista di «Paesi sicuri» secondo palazzo Chigi. «Un decreto fantasma, nemmeno i membri del governo che lo hanno approvato lo hanno potuto visionare», ha detto Chiara Braga, capogruppo del Pd a Montecitorio. «Meloni venga qui, in Aula, a dirci cosa è scritto in quel decreto ed in che cosa consiste non il modello Albania, ma il fallimento del modello Albania. Meloni renda conto al Parlamento», ha aggiunto.
«Abbiamo più volte sottolineato il fallimento del protocollo con l’Albania, sia da un punto di vista economico sia nella sua efficacia - ha rincarato la dose il capogruppo di Azione, Matteo Richetti - Si è raggiunto uno scontro istituzionale inaccettabile, con il Consiglio d’Europa che ha usato parole durissime verso l’Italia e il Csm che si è spaccato su questo tema: la Presidente del Consiglio venga subito in aula per fare chiarezza e porre fine ad una procedura fallimentare».
Per la via dell’interrogazione si muove Avs, che al question time di oggi chiederà lumi al governo «su quali siano state le inderogabili ragioni che hanno portato ad utilizzare la nave militare Libra e con quali costi per il trasferimento, la permanenza in Albania e il rientro in Italia dei migranti». Non solo. «Vogliamo anche sapere - spiegano i leader Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni - se oltre a nave Libra siano state impiegate altre unità navali. E vogliamo infine sapere con che tipo di personale, e con quali valutazioni, è stata determinato la selezione dei migranti trasferiti in Albania e se, agli stessi, è stata garantita adeguata assistenza e rispetto dei diritti a loro riconosciuti».
E se per i componenti M5S delle commissioni Bilancio e Finanze di Camera e Senato «Meloni ormai è un personaggio da circo mentre la crescita crolla», per il segretario di Più Europa Riccardo Magi «la norma varata dal governo non potrà superare in alcun modo i criteri fissati dalla corte di giustizia dell’Unione Europea perché quei criteri restano sovraordinati rispetto anche alla decisione del governo italiano». Magi sottolinea po come, in riferimento all’Egitto, sul sito Viaggiare Sicuri del ministero degli Esteri «c’è un appello a tutti gli italiani a prestare la massima attenzione in particolare a non parlare di questioni politiche, nemmeno al bar, citando proprio il caso Regeni».
Particolare la posizione del leader di Iv Matteo Renzi, che se da un lato attacca Meloni per la gestione dei migranti, chiedendosi perché Meloni «sprechi 700 milioni di euro dei soldi delle tasse degli italiani per un centro migranti che non sta in piedi e che è contro il diritto europeo», dall’altro sul versante dello scontro con i pm non può che cogliere la palla al balzo e ricordare il suo passato. «I magistrati ideologizzati che attaccano la premier in chat sbagliano quanto lei, più di lei, e fanno il gioco della Meloni che così può fare la vittima anziché rispondere del suo spreco di soldi pubblici», ha scritto qualche giorno fa sui social a notizia ancora calda. E non ci sarebbe da stupirsi se anche in Aula, in caso di informativa della presidente del Consiglio, il leader di Iv finisca per ricordare il caso Open, e poi l’assoluzione dei suoi genitori, la storia delle fatture, gli scontri con i pm di Firenze durati anni. Perché Renzi della guerra dei trent’anni tra magistratura e politica è stato uno dei più recenti protagonisti, e questo la presidente del Consiglio lo sa benissimo.