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Il Ministro dell’istruzione e del merito Giuseppe Valditara durante lo svolgimento del question time alla Camera dei Deputati a Roma, Mercoledì, 06 Novembre 2024 (foto Mauro Scrobogna / LaPresse) Giuseppe Valditara Minister for Education and merit in occasion of the question time in the Chamber of Deputies in Rome, Wednesday, November 06 2024. (Photo by Mauro Scrobogna / LaPresse )
Dopo le polemiche per il “codice etico” anti OnlyFans per gli insegnanti, una nuova bufera investe il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara. Il quale oggi ha inviato una circolare a tutte le scuole italiane per bandire l’uso di asterischi e schwa nelle comunicazioni ufficiali. Ovvero l’uso del linguaggio inclusivo, che per l’esponente del governo contrasterebbe con la lingua italiana.
“Nelle comunicazioni ufficiali è imprescindibile il rispetto delle regole della lingua italiana. L’uso di segni grafici non conformi, come l’asterisco (*) e lo schwa (?), è in contrasto con le norme linguistiche e rischia di compromettere la chiarezza e l’uniformità della comunicazione istituzionale”, si legge nella circolare. Nella quale il ministro cita a sostegno della propria indicazione anche l’Accademia della Crusca, che ha “più volte evidenziato che tali pratiche non sono grammaticalmente corrette e che il loro impiego, specialmente nei documenti ufficiali, ostacola la leggibilità e l’accessibilità dei testi”.
«Abbiamo ripristinato una regola importante per la lingua italiana. Abbiamo ripristinato la cultura del rispetto verso la nostra lingua. Ho fatto emanare una circolare che vieta l’utilizzo dell’asterisco e dello schwa nella lingua del ministero. La Crusca ha detto giustamente che non appartiene alla lingua italiana, quindi che senso ha scrivere bambin* student*?», ha spiegato lo stesso ministro intervenendo all’evento della Lega a Napoli, dal titolo “Tutto un altro mondo, tutta un’altra sicurezza. La sfida dell’integrazione”.
«È davvero incredibile vedere come il governo Meloni sia ossessionato dalla sua personale lotta contro tutto ciò che favorisce inclusione. Invece di concentrarsi sui problemi reali della scuola, spende le sue energie a reprimere qualsiasi segno di apertura verso il rispetto per le identità di tutte e tutti. Vietare asterischi e schwa nelle comunicazioni scolastiche non c’entra nulla con la chiarezza linguistica, ma ha un chiaro significato politico: negare l’esistenza di chi non si riconosce nel binarismo di genere. Usare un linguaggio inclusivo non è un capriccio ma uno strumento per fare sentire tutte e tutti visibili e rispettati. Il governo Meloni finge di ignorarlo e si rifugia dietro un’interpretazione rigida della lingua, che per fortuna è viva, in continua evoluzione e riflette i cambiamenti della società. Non sarà certo una circolare a fermare ciò che soprattutto le nuove generazioni chiedono: rispetto per tutte le identità di genere. Il mondo va avanti anche senza il permesso di Valditara e Meloni», attacca Alessandro Zan, responsabile Diritti nella segreteria nazionale Pd.
Valditara, «ha ritenuto di dover ricordare alle scuole con una circolare che nelle comunicazioni ufficiali è ’imprescindibile il rispetto delle regole della lingua italianà, quindi niente asterischi o schwa. Una circolare per una nuova campagna contro un fantomatico nemico, la confusione nella lingua. Invece di preoccuparsi degli asterischi sarebbe stato più serio da parte sua affrontare i nodi veri e accogliere le richieste che vengono dal mondo della scuola, dagli studenti e dalle famiglie. Ad esempio dando seguito alle richieste di educazione affettiva nelle scuole», scrive la senatrice capogruppo del Partito democratico in commissione Scuola, Cultura e Istruzione pubblica, Cecilia D’Elia. Mentre la maggioranza, da FdI a Forza Italia, plaude al provvedimento.
«Un’iniziativa fondamentale per ripristinare la chiarezza nel nostro linguaggio. È essenziale quindi che la lingua utilizzata nelle istituzioni rimanga accessibile e comprensibile a tutti, senza complicazioni inutili o ideologiche. Anche l’Accademia della Crusca ha sottolineato che forme come l’asterisco o lo schwa non fanno parte della lingua comune. La nostra Costituzione definisce chiaramente la lingua nazionale: l’italiano. Nella grammatica italiana non esistono termini alterati da assurde invenzioni. È fondamentale preservare la nostra lingua, la nostra cultura e i nostri valori», dice il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri.
«La nostra è una lingua che ha nella sua semplicità fonetica le ragioni della sua musicalità. Non a caso l’opera lirica, amata in tutto il mondo, è nata in Italia, ed è bene tutelato dall’Unesco. L’italiano è una delle lingue più stabilmente studiate dagli stranieri che la scelgono non perché sia una lingua veicolare, come l’inglese, ma perché rappresenta la cultura e la civiltà italiana. Nel corso di questi ultimi decenni, invece tra forestierismi e forzature inclusive, ha subito maltrattamenti di cui le stesse pubbliche amministrazioni sono state responsabili. A cominciare dalla scuola. Il ministro Valditara ci ha messo un punto. Cambiamo pagina, ora inseriamo l’italiano in Costituzione seguendo l’esempio di quasi 20 nazioni Ue, di rilievo linguistico decisamente meno importanti del nostro idioma. I tempi sono maturi», sostiene il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia. Per buona pace della “cultura woke”...