Si incontrano, si salutano, in alcuni casi si scambiano anche baci e abbracci. Sempre distesi e sorridenti. Le opposizioni (Calenda a parte) in piazza oggi con il Pd ci sono e ci tengono, tutti, a sottolineare di esserci per costruire convergenze, pur nel rispetto delle proprie identità. Non è il giorno di rimarcare le differenze, è il giorno dell'unità. M5S, Verdi e Sinistra Italia con i loro leader e delegazioni: Giuseppe Conte, Angelo Bonelli, Nicola Fratoianni arrivano quasi insieme, uno dietro l'altro. Si salutano all'ingresso della piazza, si scambiano pacche sulle spalle, si fermano a parlare, Conte e Fratoianni si baciano sulle guance. Ma non chiamatelo “campo largo”. 

“Io sono per il campo giusto”, rimarca Giuseppe Conte, “oggi sono qui per confermare il dialogo che abbiamo già avviato con il Pd e per confermare tutto il nostro dissenso per le politiche di questo governo e per una manovra economica che è una sciagura per il paese”. Questa, dice il leader del M5S, “è un'occasione per ribadire che con il Pd e le altre forze di opposizione disponibili lavoreremo per contrastare le politiche sbagliate di questo governo”. E le differenze? “Siamo forze politiche, ciascuna con la sua autonomia, il dialogo serve a convergere sulle posizioni ma anche a segnare qualche volta qualche differenza''. Come sull'Ucraina? ''Non fatemi sottolineare oggi le ragioni che a volte ci portano ad avere una posizione diversa dal Pd, non mi sembra oggi la giornata giusta'”. Nel retropalco della manifestazione di Piazza del Popolo Conte parla per qualche minuto con Speranza, Boccia e Franceschini e ha un breve colloquio di un paio di minuti con Elly Schlein, prima che la segretaria del Pd inizi il suo intervento; andando via si ferma anche a salutare Zingaretti. 

“Sono felicissima, felicissima. Il nostro è un grande partito ma è andata oltre ogni aspettativa”, dice Elly Schlein al termine della manifestazione senza nascondere l'entusiasmo, dispensa abbracci e strette di mano ai militanti mentre ha appena finito di cantare dal palco 'Bella Ciao'. Per la segretaria la sfida di riportare in piazza il popolo dem è vinta. Cinquantamila: il numero fornito dallo staff Pd. “Questa è la piazza dell'orgoglio Pd ritrovato”, grida Schlein tra gli applausi. Il Pd, insomma, c'è.

“Da qui – dice Schlein - parte l'alternativa che vogliamo costruire al governo delle destre”. “E' stata una manifestazione bella, sulla giustizia sociale, sulla pace, sulla scuola, sulla giustizia climatica, sul lavoro e su una idea diversa del futuro dell'Italia. Da qui vogliamo allargarci ancora, da soli non ci bastiamo, dobbiamo costruire davvero l'alternativa”. Un'alternativa che senza il Pd però non esiste, rimarca Stefano Bonaccini: “Il Pd da solo non basta, lo sappiamo, ma a coloro che, nostri potenziali alleati, si definiscono alternativi a questa destra sia chiaro che senza il Pd non è possibile alcun nuovo centrosinistra che possa vincere la prossima volta”. 

Per Angelo Bonelli è il tempo della saggezza. ''Siamo qui in piazza oggi perché è assolutamente urgente costruire convergenze politiche e programmatiche - dice il co-portavoce di Europa Verde - Questa destra in questo paese vuole liberarsi del parlamento e diminuire i poteri del presidente della Repubblica. Abbiamo urgenza di costruire convergenze e lo dobbiamo fare con responsabilità, consapevoli che ci sono anche delle differenze su alcune questioni ma il futuro dell'Italia viene prima di tutto''. Insomma "in questo momento dobbiamo essere saggi, non ripetere gli errori del passato che hanno consegnato il governo del paese a Giorgia Meloni".

Convergenza, convergenza e ancora convergenza. Lo ribadisce il leader di Sinistra italiana: "ogni occasione di convergenza è un'occasione importante, ogni occasione di unità è un'occasione importante. C'è una pessima destra e a tutti e tutte noi spetta il compito di farsi carico della costruzione dell'alternativa'', dice Nicola Fratoianni. Anche lui ammette che le differenze "ci sono, certo, anche con il  Partito Democratico, non vanno nascoste ma bisogna avere la forza di provare a costruire convergenze, ciascuno portando il proprio contributo. Noi siamo abituati a fare così e per questo siamo qui oggi''.

Certo, l'assenza di Calenda da questo fronte compatto non passa inosservata. E qualche frecciatina arriva. ''Pazienza, a poco a poco anche Calenda capirà che è necessario parlarsi, anche con me con cui tante volte non ha voluto parlare", è quella di Bonelli che è però anche un invito. A essere "saggi", appunto. Mentre Fratoianni evoca il nome del leader di Italia Viva: "Il punto non è mai il perimetro definito a tavolino, il punto sono i contenuti e con Renzi è difficile discutere di un perimetro visto che non ha firmato la legge sul salario minimo legale e che su questioni decisive, come il premierato, mi pare stia dall'altra parte''.