PHOTO
«L’ufficio del Consigliere diplomatico del Presidente del consiglio dei ministri si rammarica per essere stato tratto in inganno da un impostore che si è spacciato per il presidente della Commissione dell’Unione Africana e che è stato messo in contatto telefonico con il presidente Meloni». Quando, all’ora di pranzo, Palazzo Chigi diffonde questa nota, il patatrac ormai si è consumato. Sui giornali online circola già da un po’ l’audio di un colloquio tra la premier italiana e un sedicente leader africano.
Dall’altro lato della cornetta in realtà si nascondono Vladimir Kuznetsov e Aleksei Stolyarov, due comici russi noti in patria come Vovan e Lexus. Durante la telefonata, che risale al 18 settembre, come precisato da Palazzo Chigi, la premier parla con il suo interlocutore di diversi argomenti, tra cui la questione migranti e il rapporto con gli altri leader Ue e la guerra in Ucraina. Alla domanda su che cosa pensi del conflitto, anche alla luce anche dei colloqui avuti con il presidente Usa Joe Biden e altri, Meloni risponde: «Vedo che c’è molta stanchezza, devo dire la verità, da tutte le parti».
La premier italiana auspica l’arrivo di un momento «in cui tutti capiscano che abbiamo bisogno di una via d’uscita. Il problema è trovare una via d’uscita che possa essere accettabile per entrambe le parti senza distruggere il diritto internazionale. Ho alcune idee al riguardo, su come gestire questa situazione, ma sto aspettando il momento giusto per provare a metterle sul tavolo», dice ancora Meloni al finto diplomatico africano, prima di aggiungere: «La controffensiva dell’Ucraina forse non sta andando come si aspettavano, va avanti ma non ha cambiato il destino del conflitto. Tutti capiscono che potrebbe durare davvero molti anni se non proviamo a trovare delle soluzioni. Il problema è capire quale sia la soluzione accettabile per entrambi senza violare il diritto internazionale. Ho alcune idee su come gestire questa situazione, ma sto aspettando il momento giusto per provare a presentare queste idee».
Il conflitto in Europa è centrale nel corso della conversazione. E al comico che si lamenta che tutti i soldi dell’Unione vadano a Kiev, lasciando senza sostegno i paesi africani, Meloni risponde: «Quello su cui sto lavorando è fare in modo che vadano anche in Africa». Ma quando il finto diplomatico parla della presenza di ultra-nazionalisti in Ucraina, la premier replica: «No, non sono d’accordo su questo. Io penso che il nazionalismo sia un problema che ha Putin». Stepan Bandera? «Non lo conosco. Penso che» gli ucraini «stiano facendo quello che devono fare e quello che è giusto fare e noi stiamo cercando di aiutarli». E sul tema dei corridoi del grano nel Mar Nero, Meloni è chiarissima: «Ne ho discusso anche durante il summit del G20, nel corso dell’incontro sull’Africa: se permettiamo alla Russia di ricattarci, potrebbe essere sempre peggio, ma se non troviamo altre soluzioni questo diventerà un problema impossibile».
Poi le tensioni sulla gestione dei migranti e gli attriti con i leader europei. Meloni spazia molto col suo interlocutore. Una circostanza che fa dire al leader M5S Giuseppe Conte: la premier «ha parlato della nostra politica estera e di altri dossier delicati con due comici russi. Sono emersi fatti molto gravi». Mentre, sdrammatizza il dem Enzo Amendola, che su X linka una clip del film Totòtruffa '62 in cui il “principe” si finge ambasciatore del Catonga.