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«Per evitare che si alimentino ulteriori assurdità, chiariamo una volta per tutte: Max Bugani e il M5S non c’entrano nulla con l’hackeraggio che ho subìto nel 2013».
Giulia Sarti, la deputata grillina finita al centro di una bufera per il caso “rimborsopoli” e nel mezzo di una gogna mediatica con tanto di diffusione di immagini private sottratte dai suoi dispositivi, è costretta a intervenire per smentire le parole di Giovanni Favia, ex consigliere regionale emiliano, diventato celebre per essere stato il primo espulso eccellente della nella storia del Movimento.
Intervistato dal “Corriere della Sera”, infatti, Favia ha dichiarato che l’hackeraggio subito dalla parlamentare sarebbe da inserire nel contesto di una «vendetta politica interna al M5S». Una sorta di regolamento di conti in cui avrebbe avuto un ruolo Max Bugani, consigliere comunale bolognese e braccio destro di Davide Casaleggio nella direzione dell’associazione Rousseau. Motivo della vendetta contro Sarti, secondo l’ex esponente pentastellato, proprio l’amicizia mai rinnegata con un espulso di peso.
«Le dichiarazioni rilasciate da Giovanni Favia in merito alla mia vicenda sono pretestuose e infondate», precisa adesso la deputata sospesa dal Movimento. «Le sue parole sono il frutto di una ricostruzione fantasiosa di fatti che non lo riguardano», aggiunge Sarti. Non solo, «Max Bugani è tra le persone che mi sono state vicine nelle difficoltà e non accetto che vengano fatte illazioni nei suoi confronti. La mia è una vicenda personale ed è orribile che qualcuno tenti di strumentalizzarla per ottenere spazio sui media», denuncia.
«Chiedo rispetto e che nessuno si occupi più della mia storia personale. Un ringraziamento di cuore a tutte le persone che mi hanno scritto e mi sono state vicino in questi giorni difficili», conclude la parlamentare.