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Matteo Salvini, vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti
«Non appena la misura cautelare disposta nei confronti di Ilaria dovesse essere sostituita con altra meno afflittiva, il ministero della Giustizia, ricevuta la necessaria documentazione da parte del corrispondente ministero della Giustizia ungherese, provvederà immediatamente a trasmettere il tutto all’autorità giudiziaria competente per il riconoscimento e l’esecuzione in Italia della misura applicata». Lo ha detto, rispondendo in Commissione alla Camera a un’interrogazione rivolta al ministero di via Arenula sul caso Salis, il sottosegretario alla Giustizia Andrea Ostellari, il quale, richiamando anche una recente risposta al question time del Guardasigilli Carlo Nordio, ha ribadito che «in assenza di una condanna definitiva, nessuna Convenzione internazionale o altro strumento consente l’esecuzione nel Paese di origine delle misure cautelari di tipo carcerario, come quella attualmente in essere in danno di Ilaria: l’unico strumento vigente in materia di misure cautelari - ha spiegato il sottosegretario - è la decisione quadro 2009/829/GAI del Consiglio del 23 ottobre 2009 sull’applicazione tra gli Stati Membri dell’Unione Europea del principio del reciproco riconoscimento alle decisioni sulle misure alternative alla detenzione cautelare, che è applicabile solo per le misure cautelari non carcerarie».
Per il sottosegretario quello riservato a Salis è «un trattamento che appare incompatibile con i nostri parametri di civiltà giuridica e con quelli dell’Unione Europea, della quale pure l’Ungheria è parte». «Tutti abbiamo visto - ha detto - le immagini di Ilaria Salis condotta in un’aula di udienza, davanti al Tribunale ungherese, in catene. Da quanto è dato sapere, ciò che le viene contestato e per cui si trova ristretta, è di aver aggredito, insieme ad altre persone, due manifestanti, procurando alcune ferite alle vittime. Quelle immagini danno atto di una evidente sproporzione tra le contestazioni mosse e le cautele adottate, certamente lesive della dignità di Ilaria Salis».
Intanto sul caso, che è diventato un vero e proprio caso politico, pesano le dichiarazioni di Matteo Salvini. «Le immagini di Ilaria Salis incatenata in tribunale sono scioccanti e spero che possa dimostrarsi innocente. Certo, è sorprendente che lei sia stata presente in occasione di manifestazioni violente, a Budapest come a Monza nel 2017 quando venne distrutto un gazebo della Lega. Mi permetto di dire che non sarei felice se Salis fosse l’insegnante di mia figlia», ha detto il segretario della Lega tirando fuori un episodio di anni fa su cui è arrivata anche una nota del partito. «Il 18 febbraio 2017, a Monza, un gazebo della Lega veniva assaltato da decine di violenti dei centri sociali, e le due ragazze presenti attaccate con insulti e sputi da un nutrito gruppo di facinorosi. Per quei fatti - si legge nella nota - Ilaria Salis è finita a processo, riconosciuta dalle militanti della Lega. Auspichiamo che la donna, di professione insegnante e definita dai sempre attenti giornali italiani un’idealista, possa dimostrarsi innocente in tutti i procedimenti che la riguardano». «Le sue vicissitudini nelle aule di tribunale offrono l’opportunità di ribadire che il legittimo esercizio del dissenso non può mai sfociare in episodi di violenza, soprattutto - conclude la Lega - se particolarmente odiosi come quelli messi in atto contro giovani indifese aggredite da un branco come successo a Monza».
«Fa bene fa il governo italiano a chiedere il rispetto dei diritti di colei che è presunta innocente, fino a prova contraria. Poi, da sinistra chi invoca l’indipendenza della magistratura in Italia, immagino che abbia lo stesso rispetto per le magistrature di altri Paesi europei», ha detto ancora Salvini. All’obiezione che in Ungheria la pubblica accusa dipende dall’esecutivo, come in Francia, Salvini risponde: «Contiamo su un processo giusto e veloce, sperando nella sua innocenza. Se fosse dimostrata colpevole, ovviamente sarebbe incompatibile con l’insegnamento in una scuola elementare italiana». Intanto l’avvocato Roberto Zingari, che assiste una delle militanti della Lega aggredite e insultate a Monza nel 2017, fa sapere di essere determinato a promuovere azioni e a utilizzare tutti gli strumenti di legge per fare piena luce su quell’episodio di gravissima violenza politica, come precisa l’ufficio stampa del Carroccio.
Immediata la replica del legale di Salis, che smentisce la ricostruzione di Salvini. «Sul caso che ha citato Salvini c’è una sentenza di assoluzione, quindi sono tutte imprecisioni e tutte falsità», ha spiegato l’avvocato Eugenio Losco. Che a proposito dell’iniziativa del collega Zingari ha detto: «Questo è ridicolo. Ilaria è stata assolta per non aver commesso il fatto, la Lega di Monza si poteva costituire parte civile nel processo e non lo ha fatto. Quindi non so di cosa stia parlando questo avvocato. Fra l’altro le due militanti della Lega sono state sentite come testimoni, come anche il segretario cittadino di Monza, sono informati dei fatti. Questo è ancora più grave. Se è solo propaganda? Esattamente».
Ciò che è certo è che nessuno dei quattro imputati per il presunto assalto alla sede della Lega a Monza, tra i quali Ilaria Salis, «appare aver partecipato all’azione delittuosa commessa dai compagni di corteo, né pare averli in qualche modo incoraggiati o supportati moralmente», come ha scritto il tribunale brianzolo nelle motivazioni alla sentenza con la quale assolse gli imputati per non aver commesso il fatto. Decisivo, viene spiegato, l’esame di un video che riprende i quattro. Anche il pubblico ministero chiese l’assoluzione.
«La Lega anziché battersi per non vedere calpestata la dignità di una cittadina italiana si mette a rovistare nel suo passato, ancora prima che sia pronunciata sentenza ha già deciso la colpevolezza, e mette altre catene ai polsi e alle caviglie di Ilaria Salis richiamando accuse su cui è già stata assolta. In questa nostalgia di Medioevo dove sparisce la presunzione di innocenza Salvini si spinge ad affermazioni di un paternalismo insopportabile, ma se sostiene che chi è accusato di lesioni non possa fare la maestra allora viene da chiedergli come possa, chi è accusato di sequestro di persona, fare il ministro», protesta la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein.