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Le divisioni sui migranti continuano. Basta sentire il vicepremier Di Maio, con piglio umanitario: «Sono veramente contento che i migranti a bordo della Nave Mare Jonio siano sbarcati, soprattutto perché c’erano due donne incinta e una bambina di un anno», ha detto commentando lo sbarco a Lampedusa della ong.
Mentre Salvini parte al contrattacco chiedendo a Conte e Moavero e al governo tutto con una lettera un’azione diplomatica più incisiva: serve «un vero e proprio salto di qualità nella politica estera italiana nella sua collegialità, investendo profili di natura economico- commerciale e di politica estera tout court, ambiti che naturalmente travalicano le competenze del mio dicastero».
Sollecita un’azione collegiale per stipulare nuovi accordi bilaterali sui rimpatri. «Per quanto di competenza del ministero dell’Interno, buoni risultati sono stati ottenuti anche sul piano dei rimpatri dei migranti non aventi diritto nei rispettivi Paesi di origine. Nel 2019 in Italia i rimpatri superano gli arrivi, ma è ben chiaro che il problema travalica i confini nazionali e deve essere affrontato a livello generale, prevedendo dei meccanismi di condizionalità vincolante nelle relazioni coi Paesi terzi, tanto a livello Ue che sul piano bilaterale».
Ma i 5 stelle non ci tanno e rispondono polemici: «Salvini scrive a Conte per chiedergli un salto di qualità sui rimpatri? Ma per favore, sono di sua competenza, non faccia lo gnorri. Il fatto che abbia scritto a Conte e Moavero è come una dichiarazione di fallimento. Si prenda anche lui le sue responsabilità. Non aveva detto che avrebbe rimpatriato 600mila migranti in un mese?».