Opposizione dura a Ursula e ai suoi alleati su tutti i fronti, a partire dal green deal, arrivando alle armi a Kiev, passando per il contrasto all'immigrazione illegale. A qualche giorno dall'insediamento della nuova Commissione guidata da Ursula von der Leyen, il fronte sovranista affila le armi per incalzare i Conservatori di Giorgia Meloni, di fatto entrati nell'area governativa continentale con la nomina di Raffaele Fitto a vicepresidente esecutivo.

Il premier magiaro Viktor Orban e il leader leghista Matteo Salvini, componenti assieme a Marine Le Pen del Tridente dell'eurodestra raccolta sotto l'insegna dei Patrioti, hanno approfittato del vertice informale dei ministri dei Trasporti Ue, in corso a Budapest in virtù del semestre di presidenza ungherese, per dare vita a un incontro di più di un'ora, che in realtà ha lasciato sullo sfondo le questioni strettamente legate all'evento ufficiale e ha messo al centro le strategie per erodere consenso all'asse liberal-conservatore installatosi a Bruxelles. Non a caso, nella nota diffusa dal quartiere generale leghista dopo il faccia a faccia, si è sottolineato che «prima i due leader si sono confrontati in privato, per poi allargare il confronto alle rispettive delegazioni». «È stata l’occasione», si legge nella nota, “«per alcune riflessioni a tutto campo, a partire dagli equilibri nell’Unione Europea fino ad argomenti concreti di collaborazione tra i due Paesi come lo sviluppo del porto di Trieste». «Tra le altre cose», si legge ancora, «Salvini e Orbán hanno condiviso l’urgenza di fermare il conflitto in Ucraina, così come auspicato autorevolmente anche dal Santo Padre».

Poi, la parte riferita al processo Open Arms: «Il leader ungherese non ha mancato di chiedere a Salvini informazioni a proposito del processo di Palermo e ha garantito la presenza di una delegazione del proprio partito e degli altri alleati europei sia a Pontida il 6 ottobre che in Sicilia in occasione dell’arringa di Giulia Bongiorno, il 18 ottobre». Contemporaneamente, gli attestati di stima incrociati sono proseguiti via social, attraverso dei post di entrambi. Ha iniziato il segretario del Carroccio, postando una foto dell'incontro, accompagnata dalle parole «E' stato un piacere incontrare l'amico Viktor Orban qui a Budapest, dove ho partecipato al Consiglio informale dei ministri dei Trasporti Ue e ai bilaterali con i colleghi di Ungheria, Germania e Albania». «Ci vediamo presto, Viktor», ha concluso Salvini. Poi il premier ungherese ha ripetuto quanto già affermato alcuni giorni fa, in occasione della richiesta di condanna a sei anni avanzata dai pm del capoluogo siciliano: «Ottimo incontro con il patriota più ricercato d'Europa, Matteo Salvini; grazie per la tua visita Matteo! Tu sei il nostro eroe», ha ribadito, «e sei sempre benvenuto in Ungheria». Funzionale alla strategia politica dei due anche l'intervento istituzionale del leader della Lega, che si è concentrato sulle critiche al green deal avviato dalla Commissione nella scorsa legislatura e non abbandonato, almeno nelle dichiarazioni rese a Strasburgo da von der Leyen prima del voto sulla sua conferma: «E'' ormai evidente a tutti», ha affermato nel suo inrervento Salvini, «che il solo elettrico è un fallimento», mentre sul fronte dell'approvvigionamento, il segretario del Carroccio ha ribadito indirettamente la necessità di rilanciare lo sviluppo del nucleare, facendo in complimenti all'omologo ungherese per gli investimenti su questa fonte di energia. Salvini ha chiesto di anticipare la revisione del Regolamento sulla CO2, in una direzione più morbida, più aperta a biocarburanti e motori endotermici. Tornando a Open arms, si stanno moltiplicando le iniziative promosse dai militanti della Lega o dai simpatizzanti, in vista dell'appuntamento del 6 ottobre: ieri è partita ufficialmente la raccolta delle firme online, che proseguirà nel week end coi gazebo organizzati dal Carroccio. Poi in serata, intervistato da Bruno Vespa, Salvini ha ribadito che la Lega farà opposizione al nuovo esecutivo Ue, ma allo stesso tempo ha detto che il suo partito voterà sì alla nomina di Fitto come commissario e vicepresidente esecutivo, per favorire la tutela degli interessi italiani