Il premier Mario Draghi «mi piace». Dopo i primi mesi di convivenza difficile con l'ex presidente della Bce, Matteo Salvini confessa alla Stampa il suo debole per il premier. «Non lo conoscevo e in effetti mi ha conquistato. Ha un nome, autorevolezza e personalità. È pratico, sa quello che dice, non ha bisogno di discorsi di due ore come capitava a Conte. È abituato a risolvere le cose», spiega il leader della Lega, probabilmente soddisfatto per la "bacchettata" di Draghi a Enrico Letta, colpevole di aver avanzato una proposta di tassazione alle grandi successioni senza essersi preventivamente confrontato con la maggioranza. I tempi delle guerre sul coprifuoco e delle riforme da rimandare alla prossima legislatura, per Salvini, sono dunque alle spalle, il premier è riuscito a vincere le resistenze del Carroccio. Quanto poi all’ipotesi di spedire il presidente del Consiglio al Quirinale a febbraio, che tanto aveva infastidito Draghi, Salvini assicura: «Non lo tiro più per la giacchetta. Per ora presidente del Consiglio. Ma il Colle è più un problema per Pd e 5 Stelle, mi pare di capire che i democratici di candidati ne abbiano uno per corrente», sottolinea.