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Il vicepremier Matteo Salvini e il ministro Calderoli
L’autonomia differenziata è tornata al centro del dibattito politico italiano con dichiarazioni forti e promesse di riforme decisive. Durante il congresso della Lega Lombarda, il ministro per l’Autonomia Roberto Calderoli ha dichiarato: «Farò il possibile per portarla a casa, ma l’autonomia non è un regalo che possono darci, è un diritto e i diritti o te li danno o te li vai a prendere. E ogni tanto, se c’è bisogno di fare qualche braccio di ferro, dobbiamo essere disposti a farlo». Calderoli ha sottolineato che la forza della Lega sarà determinante: «Tanta più forza ci sarà nella Lega e tanta più forza ci sarà nel braccio. Qualcuno a suo tempo – ha detto, citando Umberto Bossi – ci ha detto ‘mai mulà’, io col cavolo che mollo e vado avanti».
Dal palco di Atreju, Giorgia Meloni ha rilanciato il tema delle riforme definendo il 2024 «l’anno delle riforme, attese da troppo tempo». Tra le priorità del governo, la presidente del Consiglio ha citato: «Il premierato, che io oggi ho definito la madre di tutte le riforme, non a caso così temuto dai campioni olimpici di gioco di Palazzo. Andremo avanti sull’autonomia differenziata, sulla riforma fiscale e sulla riforma della giustizia».
Anche il vicepremier Matteo Salvini, intervenuto al congresso della Lega Lombarda, ha ribadito l’importanza dell’autonomia: «C’è un movimento che nel 2024 mi promette libertà e battaglia. Certo, cambiano i tempi, cambia la tattica, non la strategia. Siamo partiti che non c’era la Lega Nord, io sono partito con la Lega Lombarda. Solo Bossi poteva riuscire a mettere insieme Lega Lombarda, Liga Veneta e Lega Piemonte. L’indipendenza, la secessione, il federalismo fiscale, l’autonomia. A sto giro la portiamo a casa, costi quel che costi. Per il bene di tutti». Salvini ha anche attaccato i governatori del Pd del Sud, definendoli «veramente ostili» perché «l’autonomia gli toglie la maschera».
Le reazioni alle dichiarazioni non si sono fatte attendere. Il deputato dem Piero De Luca ha definito «inaccettabili» i toni usati da Calderoli, affermando: «Le parole pronunciate sulla Corte Costituzionale rappresentano un attacco al più importante organo di garanzia costituzionale. Inoltre, il riferimento ai ‘mantenuti’ è un insulto intollerabile al Mezzogiorno e a milioni di cittadini. Il governo dovrebbe vergognarsi e prendere immediatamente le distanze».