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From left, Sweden\'s Prime Minister Ulf Kristersson, Italy\'s Prime Minister Giorgia Meloni and Finland\'s Prime Minister Petteri Orpo attend a press conference during the North-South Summit in Inari, Finland, Sunday, Dec. 22, 2024. (Antti Aimo-Koivisto/Lehtikuva via AP)
«Mi pare un fatto che l'oggetto del processo a Salvini fossero le sue scelte politiche piuttosto che effettivi reati e che la giurisdizione sia stata usata per condizionare la politica». Dalla gelida Lapponia finlandese, al termine del primo vertice Nord-Sud, Giorgia Meloni è tornata a commentare la sentenza sul caso Open Arms.
La presidente del Consiglio ha risposto alle domande dei giornalisti in un punto stampa con il premier finlandese e padrone di casa, Petteri Orpo, il premier svedese Ulf Kristersson, il premier greco Kyriakos Mitsotakis e l'Alto rappresentante Ue per gli Affari esteri e la Sicurezza, Kaja Kallas. Salvini può quindi tornare a guidare il Viminale dopo l'assoluzione? «Sia io che lui siamo contenti dell'ottimo lavoro che svolge il ministro dell'Interno», Matteo Piantedosi, ha replicato la premier. E per quanto riguarda il tema dei migranti, «mi pare che la Cassazione abbia dato ragione al governo: è diritto dei governi stabilire quali siano i Paesi sicuri», mentre i giudici possono «entrare nel singolo caso, ma non disapplicare in toto» quanto deciso dall'esecutivo, ha sottolineato Meloni annunciando di aver convocato per domani una riunione sul tema Albania per capire come procedere» dopo la decisione degli ermellini.
Alla domanda se arriverà entro marzo la lista europea dei paesi sicuri, Meloni ha risposto che «servirà più tempo». Ringraziando Orpo per aver organizzato il summit, che «non è stato solo una formalità», ma una iniziativa molto importante e molto innovativa nel modo pensare all'interno dell'Ue», Meloni ha osservato che le quattro nazioni che hanno partecipato «sono state spesso considerate e si sono trovate su parti opposte nell'Ue, con il Nord e i cosiddetti frugali da una parte e le nazioni del Sud dall'altra, accusate di essere 'spendaccione', cosa che credo sia un pregiudizio. Il fatto che queste nazioni siano qui ora per parlare di come rispondere alle principali sfide davanti, dimostra che abbiamo capito che il mondo è completamente cambiato e non possiamo affrontare le sfide se non capiamo il punto di vista e le difficoltà degli altri».
«Vogliamo difendere i confini esterni e non vogliamo permettere alla Russia o alle organizzazioni criminali di minare la nostra sicurezza», ha poi aggiunto Meloni sottolineando che sulla Russia «dobbiamo capire che la minaccia è molto più grande di quanto immaginiamo, che riguarda la nostra democrazia, la strumentalizzazione dell'immigrazione o quanto sta succedendo in Africa. Dobbiamo garantire la sicurezza e non si tratta solo del campo di guerra in Ucraina, dobbiamo essere preparati».
«La Nato rimane la pietra miliare della nostra sicurezza, ancora di più dopo l'adesione di Finlandia e Svezia», ha proseguito la premier. Infine, per quanto riguarda il rapporto con gli Usa: «Si discute molto su cosa accadrà con Trump. Io non penso a cosa l'America può fare per noi ma cosa noi possiamo fare per noi stessi. Dobbiamo rafforzare la nostra sicurezza e la difesa e abbiamo bisogno di strumenti, abbiamo differenti punti di vista di partenza, dobbiamo incontrarci a metà strada. Nella mia opinione, su Trump non dovremmo seguire i rumors: ho sentito per esempio l'ultima cosa che ha detto sull'Ucraina: 'Stiamo lavorando per la pace ma non possiamo avere la pace abbandonando l'Ucraina', che è all'incirca quello che ho detto io per anni. Aspetterei a capire esattamente quale sia la volontà del nuovo presidente degli Stati Uniti» ha poi detto Meloni, rispondendo a chi chiedeva un commento alla richiesta di Trump di innalzare al 5% del Pil il contributo dei paesi alla Nato.
«La difesa europea deve essere potenziata» e per farlo dobbiamo «esplorare ogni opzione finanziaria», ha affermato da parte sua Orpo sottolineando che l'Ue deve continuare a «sostenere l'Ucraina fino a quando sarà necessario». La Finlandia «ha 1.300 km di confine con la Russia. Mettere in sicurezza quel confine è una questione esistenziale per la Finlandia, per i partner europei e gli alleati Nato», ha proseguito.
«Le discussioni in questo summit con Petteri Orpo, Giorgia Meloni, Kyriakos Mitsotakis e con Ulf Kristersson sono state molto buone. Siamo tutti d'accordo sul fatto che l'Europa deve fare di più per difendersi e prevenire la guerra. L'anno prossimo proporremo idee a livello europeo per una maggiore cooperazione in materia di difesa, maggiori capacità e finanziamenti».
(Agenzia Agi, Saariselka, inviato Luigi Conte)