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Un bagno di folla che ricorda i vecchi tempi ruspanti del senatur Bossi, con la valle di Pontida a fare da cornice al popolo leghista e le note del "Va' pensiero" che riecheggiano nell'aria. Come era logico, il 32esimo raduno verde quest'anno ha un solo protagonista, un solo mattatore: il segretario e ministro dell'Interno Matteo Salvini che dalla ribalta padana ribadisce il suo pensiero come una specie di antipapa sovranista: «I porti per chi traffica esseri umani sono e resteranno chiusi. Oggi c’è una terza nave che prenderà la via di un altro Paese e ce ne saranno anche una quarta una quinta e così via». Acclamato dai fan entusiasti e coscienti che la Lega non è più un movimento isolato e regionale e neanche la stampella di Silvio Berlusconi, ma probabilmente la prima forza politica (i sondaggi indicano il sorpasso ai danni dei cinque stelle), Salvini parla da leader di governo, rimette a posto gli alleati grillini nella persona del vicepresidente della Camera Roberto fico che aveva chiesto «più umanità» nei confronti dei migranti spiegando che si tratta «di un opinione personale» che non cambiera di un millimetro la linea del governo gialloverde. Stesso trattamento per il sottosegretario grillino Vincenzo Spadafora "reo" di aver sostenuto che sui diritti delle coppie omosessuali e Lgbt non si sarebe tornati indietro: «Anche Spadafora parla per sé e non in nome del governo». Poi l'attacco al bersaglio grosso, l'odiata Unione europea, considerata l'origine di tutti i mali dell'Italia e che Salvini con gli alleati sovranisti si preparano ad assaltare. Democraticamente s'intende. «Le elezioni Europee dell'anno prossimo saranno un referendum fra l'Europa delle élite, delle banche, della finanza, dell'immigrazione e del precariato, e l'Europa dei popoli e del lavoro. ll progetto consiste nel fare una alleanza internazionale dei populisti, che per me è un complimento. Penso che saremo maggioranza». Unica voce fuori dal coro, quella di un leghista della vecchia guardia, il vicepresidente del Sanato Roberto Calderoli che invita il segretario a non crogiolarsi sui successi degli ultimi mesi e a uscire dalla campagna elettorale permanente, perché gli italiani sono volubili e la luna di miele potrebbe finire presto: «Sono convinto che il senso di responsabilità dimostrato dalla Lega già dall'inizio, quando ancora c'era difficoltà nel far partire la presidenza di Camera e Senato, di governo, siano state le ragioni che hanno portato all'aumento del consenso, però è il mantenimento degli impegni presi del nostro programma nel contratto con il M5s che può portare a mantenere quel consenso. La gente vuole vedere i fatti». Come dire: un conto è la propaganda, tutt'altro la politica.