Rousseau dice sì: ora alleanza Pd-5Stelle e stop al vincolo dei due mandati
Sì alla modifica del cosiddetto 'mandato zero' e alle alleanze con i "partiti tradizionali" sul territorio. La base 5 Stelle ha deciso: alle 12 si è conclusa la votazione su Rousseau, con il via libera ai due quesiti proposti dal capo politico Vito Crimi. Sono 39.235 i voti favorevoli al quesito sul mandato zero (80,1%), mentre i sì alle alleanze sono stati 29.196 (59,9%).
Sì alla modifica del cosiddetto 'mandato zero' e alle alleanze con i "partiti tradizionali" sul territorio. La base 5 Stelle ha deciso: alle 12 si è conclusa la votazione su Rousseau, con il via libera ai due quesiti proposti dal capo politico Vito Crimi. Sono 39.235 i voti favorevoli al quesito sul mandato zero (80,1%), mentre i sì alle alleanze sono stati 29.196 (59,9%).
Di Maio e Fico in campo per il sì
"Il Partito democratico e il Movimento 5 Stelle hanno deciso di comune accordo di abbandonare alcune cause che li vedevano contrapposti. E' inutile continuare ad intasare i tribunali perdendo tempo con vicende vecchie e superate, anche per coerenza rispetto al rinnovato clima politico". La nota congiunta firmata Pd-M5s arriva in serata, come 'corollario' ai quesiti che i militanti sono chiamati a rispondere su 'Rousseau'. La deroga del tetto dei due ai consiglieri comunali, preludio - la tesi di tanti nel Movimento 5 stelle - al superamento del tetto in futuro anche per i parlamentari e il si' ad alleanze sul territorio fanno da preludio ad una rivoluzione che un'ala pentastellata stenta a digerire. Di sicuro c'e' nella maggioranza dei parlamentari un'irritazione sul metodo imposto. In pochi erano a conoscenza che alla vigilia di Ferragosto - le votazioni sono cominciate oggi e si concluderanno domani alle 12 - ci sarebbe stata la 'chiamata alle armi' sulla piattaforma 'Rousseau'. "Questa e' l'ultima mossa di Casaleggio, a settembre l'associazione dovra' essere gestita dai gruppi, altrimenti sara' scissione", la protesta di diversi senatori e deputati. Ancora riecheggia il monito di Grillo, quel riferimento ad un Movimento senza sedi ne' tesori con la rete unica prospettiva della democrazia. Ma da settimane referenti di tutte le aree pentastellate (ma non Di Battista) sono al lavoro per 'trasformare' il Movimento in una vera struttura partitica, con il figlio di Gianroberto nel mirino perche' - questa la tesi - si oppone al cambiamento che nei piani di chi vuole una gestione collegiale dovrebbe riportare al Movimento anche la gestione del simbolo. L'accelerazione del sindaco di Roma Raggi che ha annunciato la ricandidatura ha spiazzato tutti e ancor piu' la decisione dei vertici di aprire ad un asse piu' strutturato con i dem. Ora si apre la prospettiva non solo di una alleanza alle prossime elezioni ma anche all'eventualita', per esempio, che nella Capitale dem e M5s possano convergere al ballottaggio. I 'big', anche per orientare il voto che si annuncia - spiega un esponente di primo piano M5s - comunque incerto, sono scesi in campo per tirare la volata. "Non dobbiamo avere pregiudizi di alcun genere", dice Di Maio, "se vogliamo continuare a cambiare le cose, dobbiamo prenderne contezza. La scelta e' una: continuare a combattere per provare a cambiare il Paese o restare a guardare?". "Bisogna avere il coraggio delle scelte per fare il salto di qualita' e non rimanere sempre in mezzo al guado. Un processo naturale che per mantenerci forti dovra' per forza realizzarsi e con una certa celerita'. A volte si rischia di perdere occasioni importanti. Anche il treno lo deve capire...", dice il sottosegretario agli Interni Sibilia. La partita sotto traccia non e' legata solo al si' ad una riconferma della Raggi nella Capitale, la questione in gioco e' anche sul no al tetto del doppio mandato. "Precludersi la possibilita' di poter fare sempre meglio, di superare i propri limiti e scegliere a priori una regola che di fatto e' stata derogata in singole occasioni, trovo sia stupido", osserva il vice ministro al Mef, Castelli. Ma sul metodo scelto, ovvero sulla 'regia' di Casaleggio, le chat dei parlamentari da due giorni ribollono. I direttivi, secondo quanto si apprende, hanno chiesto una riunione congiunta al capo politico Crimi. La risposta arrivata - secondo quanto si apprende - e' stata che ad agosto sarebbe stato difficile organizzare un incontro al quale avrebbero dovuto partecipare non solo i deputati e i senatori ma anche i consiglieri regionali e comunali e gli attivisti. "Basta pensare che noi siamo dei soldati senza testa e senza numeri", la protesta di numerosi deputati e senatori. Una protesta che si e' allargata anche alla richiesta dei vertici pentastellati di rinunciare alla privacy in modo da adottare una linea trasparente sul caso dei 'furbetti' che hanno ottenuto il bonus alle partite Iva. Ieri sera altra e-mail per convincere i riottosi (una quarantina), ovvero chi non ha firmato l'autocertificazione o aderito all'iniziativa.