Nel Consiglio dei ministri di oggi pomeriggio saranno tutti d’accordo, e il ricorso del governo contro la legge regionale campana che consente al presidente Vincenzo De Luca di ricandidarsi per un terzo mandato avrà il via libera tanto atteso. Ma c’è da giurare che un secondo dopo i partiti di centrodestra cominceranno a scannarsi, visto che Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia hanno idee diametralmente opposte sul tema.

A favore la Lega, anche perché così facendo il segretario Matteo Salvini può tenere “buoni” Luca Zaia in Veneto e Massimiliano Fedriga in Friuli Venezia Giulia, che guarda caso sono anche i suoi due maggior competitor per la leadership interna; contrarissima Forza Italia, come ribadito più volte dal segretario Antonio Tajani e come confermato ieri da Flavio Tosi, ex sindaco di Verona che punta proprio a prendersi la presidenza del Veneto; contraria Fratelli d’Italia, perché vuole prendersi lo stesso Veneto reclamato dagli azzurri ma che il Carroccio non è disposto a lasciare né all’uno né all’altro degli alleati.

Insomma grande è la confusione sotto il cielo della maggioranza, che tuttavia non può fare a meno di impugnare una legge che De Luca, che è del Pd, ha fatto votare alla sua stessa maggioranza ( contro lo stesso Nazareno, che con la segretaria Elly Schlein ha ribadito più volte la propria contrarietà).

A meno di ribaltoni oggi arriverà dunque l’ennesimo stop al terzo mandato, con il governo che già prima di Natale aveva reso noto l’orientamento ad impugnare il testo ai coordinatori locali. Con buona pace, come detto, della Lega, da sempre a favore della modifica della legge già bocciata in Senato dagli alleati di governo.

E soprattutto da Forza Italia, che sente vicina la possibilità di prendersi il Veneto con Tosi o la stessa Campania, con il coordinatore regionale Fulvio Martusciello già in campo. «Il terzo mandato per i presidenti di Regione è già morto da un pezzo, come hanno detto ormai diversi autorevoli esponenti del governo, Luca Zaia continua a chiederlo perché

ha ancora un anno di legislatura davanti e rischia il fuggi fuggi generale - ha detto ieri Tosi a La Stampa - Il terzo mandato è morto per due motivi. Il primo è politico perché il Parlamento si è già espresso tre volte contro: la Lega tre volte ci ha provato e tre volte è stata respinta. Il secondo è strategico: per quale motivo il centrodestra dovrebbe dare un vantaggio competitivo a tre governatori uscenti di centrosinistra in tre regioni contendibili come Campania, Puglia e Toscana?». Insomma, secondo Tosi il suo ex partito è spalle al muro. Ma se Sparta piange Atene non ride, visto che anche l’opposizione, pur unita nella contrarietà al terzo mandato, ha le sue belle gatte da pelare.

Il Pd è infatti alle prese con il caso De Luca, visto che il presidente uscente è in ogni caso intenzionato a ricandidarsi (l’eventuale sentenza della Consulta potrebbe arrivare fuori tempo massimo) mentre i vertici dem hanno detto chiaro e tondo che non sarà lui il candidato sostenuto dal Pd. Con il rischio di uno scontro fratricida che finirebbe per avvantaggiare il centrodestra o, chissà, lo stesso alleato M5S, che in Campania è pronto a giocarsi il jolly con la discesa in campo dell’ex presidente della Camera Roberto Fico.

Ma a proposito di M5S, è stata formalizzata la richiesta, avanzata dalla minoranza, di una seduta del Consiglio regionale in cui la presidente della Regione Sardegna, Alessandra Todde, a rischio di decadenza, riferisca in Aula sulle contestazioni mosse dal Collegio regionale di garanzia elettorale per irregolarità nella rendicontazione delle spese per la campagna elettorale del febbraio 2024.

I capigruppo dell’opposizione di centrodestra hanno chiesto che Todde si presenti davanti al Consiglio regionale per chiarire la sua posizione e i dettagli di una vicenda che, se la decadenza diverrà esecutiva, potrebbe portare a elezioni anticipate.