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"Invece di continuare questa discussione all’infinito sarebbe meglio varare una norma che vieti ad un rappresentante in carica di percepire soldi direttamente o indirettamente da un governo straniero". Lo dice Carlo Calenda, leader di Azione ed europarlamentare, intervistato dal Corriere della Sera, sulla partecipazione di Matteo Renzi alla 'Davos nel deserto' a Riad. Renzi è membro del board del Future investment initiative voluta da Mohammed bin Salman, da cui riceverebbe un compenso annuo di 80 mila euro. Il nuovo presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha indicato nel principe ereditario dell’Arabia Saudita il mandante del rapimento e dell’omicidio del giornalista dissidente Jamal Khashoggi. Renzi ha definito l'Arabia un "baluardo contro l’estremismo islamico, uno dei principali alleati dell’Occidente da decenni". "Difendersi menzionando i rapporti tra governi vuol dire buttare la palla fuori campo - sostiene Calenda -. Metà del mondo non è democratico e bisogna averci a che fare, ma attraverso le relazioni diplomatiche, non incassando soldi personalmente mentre si è pagati dai cittadini italiani. Questo è il punto".