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Conte e Merkel al Consiglio europeo
Sfida Italia-Olanda e battaglia in Ue sul Recovery Fund. «Nulla è incrollabile nella vita, vediamo domani» ha detto il premier Giuseppe Conte che nella notte ha congedato i cronisti che gli chiedevano dei «veti olandesi» e delle resistenze che hanno portato alla fumata nera tra i Ventisette nella prima giornata di lavori del consiglio europeo straordinario cui è affidato il difficile negoziato sul "Next generation Ue". Arrivando intorno alla mezzanotte nell’albergo dove alloggia, il presidente del Consiglio non nasconde la delusione per il fallimento del primo round di trattative, durato circa 14 ore. «Abbiamo ancora da lavorare perché le divergenze ancora ci sono», riconosce. Ai cronisti che gli chiedono se «si accontenta» della proposta al vaglio del consiglio europeo, il premier risponde: «No, nonostante l’impegno generoso, riteniamo che non sia spendibile: riguarda più che altro la governance, la fase attuativa dei piani di Recovery. Ci sono anche altri aspetti su cui siamo discutendo». «Abbiamo avanzato una proposta italiana alternativa», spiega, che prevede «un coinvolgimento anche del consiglio nella governance del Recovery» ma rispettoso delle prerogative della commissione, a cui in base alle previsioni comunitarie spetta la prerogativa sull’attuazione del bilancio». «Su questo non si può transigere - scandisce -: è una funzione che i trattati attribuiscono alla commissione. La nostra era una proposta che comunque consentiva al consiglio di elaborare da parte della commissione una maggiore attenzione. Nulla di più». «L’Italia è molto ambiziosa anche perché difende una proposta della commissione e delle prerogative della commissione - conferma -. Siamo disponibili a entrare nella logica di revisione di qualche dettaglio. Non siamo assolutamente disponibili ad accettare una soluzione di compromesso che alteri non solo l’equilibrio tra le istituzioni europee - questo per noi è una linea rossa - ma anche l’ambizione per quanto riguarda l’ammontare del intervento del Recovery», pari a 750 miliardi di euro e «il bilanciamento, l’equilibrio interno tra sussidi e prestiti». «La Germania ha avuto un grande ruolo - aggiunge -: nel dibattito interno tedesco c’era molta contrarietà verso» il Recovery fund. «La leadership della Merkel ha avuto un grande ruolo per orientare questa soluzione», ha insistito il premier, rispondendo alle domande dei cronisti. «La Germania, con la Francia, ha proposto anche ufficialmente i 500 miliardi come sussidi: la Germania sta esercitando un grande ruolo ma ci sono ancora dettagli su cui metterci d’accordo», conclude. E proprio con la cancelliera tedesca, Conte si ferma a parlare nella notte, dopo averla incontrata al bar dell’albergo dove entrambi soggiornano a Bruxelles.