La location è ancora da decidere ma non prevederà particolari attenzioni alla scenografia: Sergio Mattarella, la sera del 31 dicembre, si rivolgerà come di consueto agli italiani, per la decima volta da quando è stato eletto, due volte, presidente della Repubblica.

Il Capo dello Stato, parlerà per una quindicina di minuti, con molta probabilità in piedi, avendo alle spalle il tricolore e la bandiera dell'Ue. Come è successo altre volte, il discorso di Capodanno sarà in continuità con gli altri tenuti dal presidente in questa fine d'anno: quello alle alte cariche dello Stato, rivolto alla classe politica e dirigenziale, quello agli ambasciatori italiani e quello al corpo diplomatico straniero presente in Italia.

Le parole che Mattarella pronuncerà la sera del 31 saranno però, come d'abitudine, rivolte soprattutto ai cittadini, raggiunti nelle proprie case nelle ultime ore dell'anno che sta per finire e già proiettati a quello nuovo. L'inquilino del Colle partirà dalle attese e dalle paure della vita di tutti. In primo piano ci sarà, inevitabilmente, la grave situazione internazionale con i conflitti più gravi: l’Ucraina e il Medioriente. La necessità resta quella di indicare una via per la pace che però non sia solamente la sterilizzazione del conflitto ma una pace capace di difendere i diritti e di restituire giustizia.

Non potrà mancare, poi, un riferimento al Giubileo, avviato da Papa Francesco con l'apertura della Porta Santa in Vaticano. Mattarella tornerà, poi, ad accendere i riflettori su tematiche a lui care: la sicurezza sul lavoro e l'inaccettabilità delle troppe morti; l’occupazione e il precariato; i giovani; i femminicidi; l’astensionismo e la partecipazione. Tematiche, insomma, già affrontate quando al Quirinale c'erano i rappresentanti del Governo e dei partiti ma che riguardano in prima persona i cittadini e i loro diritti/doveri.

Chi si aspetta “moniti”, attacchi specifici o retroscena politici, insomma, assicurano dalle parti del Quirinale, rimarrà deluso. Nella tradizione culturale e religiosa del presidente ci saranno invece note di ottimismo, sia pure in un periodo non facile. Con ottimismo il Capo dello Stato guarda alle giovani generazioni, deciso - come detto incontrando i ragazzi dell'osservatorio permanente dei Giovani editori - a non cadere «nella tentazione di pensare come un laudator temporis acti, come quelli che dicono: “Com’era bello ai miei tempi”! Non è affatto così! È meglio oggi - la convinzione dell'inquilino del Colle - è molto più entusiasmante oggi di quando io ero alla vostra età».