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La politica non dorme mai. E così mentre lo scontro nella maggioranza lascia prefigurare la possibilità d’una crisi di governo ed elezioni anticipate c’è già chi si prepara a un nuovo scenario dove Centro e centristi potrebbero tornare determinanti. Tentativi di rivitalizzare lo spazio vuoto del Centro sono in atto da tempo, è vero, ma l’imminente vigilia delle europee ha accelerato le operazioni in settori inquieti e di punta dell’attuale centrodestra e centrosinistra. Tanto che, come riportano fonti di Palazzo, negli ultimi giorni sarebbero avvenuti incontri informali ma operativi tra i makers di questo ordito. I nomi sono quelli di Mara Carfagna, Carlo Calenda e Matteo Renzi, l’attivismo dei quali scuote da settimane i rispettivi partiti di appartenenza. La candidatura, poi rientrata, di Carfagna alle europee come sfida aperta a Tajani; i ripetuti avvertimenti di Renzi a Zingaretti della serie: «Mai con i Cinquestelle» ; il protagonismo che è riuscito a ritagliarsi Calenda. Il progetto Carfagna- Renzi- Calenda – per ora un disegno – sarebbe né più né meno che una “Margherita 2.0”, come è stato già battezzato il futuribile soggetto politico liberal- moderato. Progetto la cui pars destruens consisterebbe nello scomporre l’attuale schema quadripolare – Lega, Cinquestelle, Forza Italia, Pd – mentre la pars costruens sarebbe nell’offrire alle parti in campo la possibilità di maggioranze variabili. La strategia dei due forni per intendersi, che potrebbe generare o un centrodestra sul modello berlusconiano ma senza Berlusconi - o un nuovo Ulivo a trazione moderata, che schiaccerebbe a sinistra Zingaretti costringendolo a cercare ancoraggi al centro. E nel sistema attuale basta un 10% per diventare la variabile sistemica determinante di possibili maggioranze di governo. Del resto all’interno del Pd c’è chi parla esplicitamente di un “piano sganciamento” che Renzi attuerebbe al primo cenno di elezioni anticipate per costituire un soggetto “blairiano” coi suoi fedeli e il solito Calenda. Soggetto che andrebbe a recuperare l’asse con i moderati del centrodestra riattivando il mai morto patto del Nazareno. E qui – appunto sarebbe proprio Mara Carfagna, che in questi anni ha saputo costruire una solida rete di rapporti con l’area liberal, a portare l’altro capo del filo da annodare e con cui tessere l’ordito neocentrista. Anche in vista di una possibile scomposizione di Forza Italia, per alcuni inevitabile di fronte a un risultato che nella notte di domenica dovesse attestarsi sotto la soglia psicologica del 10%.