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Antonio Tajani, ministro degli Esteri
La corruzione «non è una questione italiana», nel cosiddetto Qatargate è coinvolta anche «la vice presidente del Parlamento europeo che non è no italiana». Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani intervendo a Radio Anch’io su Radio Uno, esprimendo apprezzamento per «la linea dura seguita dalla presidente del Parlamento Roberta Mestola». Della quale condivide la decisione di «rafforzare i controlli sulle lobby».
Il titolare della Farnesina ha quindi sottolineato che «se ci sono italiani corrotti è giusto che la magistratura li persegua e che vengano puniti» se riconosciuti colpevoli. Ma, prosegue Tajani, «la corruzione riguarda tutti gli esseri umani, bisogna essere severi, colpire soprattutto se si tratta di persone che hanno avuto fiducia dei cittadini. Se hanno avuto dei soldi per votare in una maniera piuttosto che in un’altra vanno sanzionati».
«Dire che il Parlamento europeo è un corrotto equivale a fare un regalo ai populisti», mentre «la responsabilità penale è personale», ha detto sottolineando che in merito al cosiddetto Qatargate «la responsabilità è delle singole persone. Una, cinque, dieci, venti, ma non è una responsabilità dell’istituzione, non è l’istituzione a essere corrotta». I corrotti «devono essere processati».
Il titolare della Farnesina sottolinea inoltre che «affermare che il Parlamento europeo è corrotto» vorrebbe solo «fare un danno alle istituzioni e un regalo ai populisti».