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A seguito dello scandalo Qatargate, il presunto caso di corruzione che coinvolge diversi europarlamentari emerso circa nove mesi fa, Andrea Cozzolino, ricorda la sua sospensione dal Partito democratico avvenuta «via stampa e senza che avessi ricevuto un avviso di garanzia». Lo ha affermato lo stesso eurodeputato in un'intervista al "Corriere della Sera". «Mi attendevo più rispetto per un parlamentare che ha sempre svolto la sua attività con disciplina ed onore. E' stato disumano, indecente». Gli sono stati vicino «la mia famiglia innanzitutto, la mia comunità storica e testimonianze individuali come quella del collega Franco Roberti, con il suo intervento di grande spessore giuridico e morale in Parlamento, e di Massimiliano Smeriglio, sul piano umano e politico».
Dopo tre mesi il Parlamento rimuove l'immunità e Cozzolino viene arrestato: «Era proprio necessario? Soprattutto dopo che avevo comunicato alla magistratura, più volte, la disponibilità ad essere interrogato e chiesto io stesso alla commissione Juri di revocare l'immunità parlamentare? Ho fatto 4 mesi di domiciliari inutili, senza che arrivasse un solo nuovo elemento dalle indagini». «Sono stati momenti molto delicati - aggiunge - Vengo da una famiglia di origini molto umili legata alla storia della sinistra napoletana, mia nonna è stata medaglia d'oro della resistenza, mio padre un grande dirigente di Cgil e Pci. Mi ha devastato la sola idea di fare ombra a quella storia».
Le accuse contro Cozzolino e gli altri indagati erano pesanti. «Sembrava dovesse crollare il Parlamento europeo, con decine di parlamentari coinvolti, grandi flussi finanziari... e poi? Tutto si è ridotto a poche persone, che pure a voler credere alle accuse, che ad oggi sono senza riscontri, non avrebbero avuto la benché minima possibilità di influenzare le attività parlamentar». L'accusano di avere avuto con contatti con Abderrahim Atmoun, ambasciatore marocchino a Varsavia, che gli dava soldi per ordine dei servizi di Rabat: «Mai avuto un euro da Atmoun. Con lui c'è stato un rapporto di collaborazione politica e di amicizia basato sul pieno rispetto reciproco. Stiamo parlando di un alto diplomatico».
Cozzolino osserva infine che «c'è un tema di fondo che non riguarda la protezione di una casta, ma l'autonomia e l'indipendenza dell'attività parlamentare. Le indagini hanno origine dai servizi segreti, forse addirittura non europei, e riguardano parlamentari e gruppi parlamentari, che sono stati coinvolti in intercettazioni che nessun giudice ha mai autorizzato. Una violazione grave delle sue prerogative alla quale il Parlamento non ha saputo rispondere come avrebbe dovuto».