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Romano Prodi ex presidente del Consiglio dei Ministri
Romano Prodi torna a criticare il governo di Giorgia Meloni, sottolineando le sue preoccupazioni riguardo alla destra italiana e al ruolo della presidente del Consiglio. In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, l’ex presidente del Consiglio ha dichiarato: «Questa destra è più insidiosa di quella guidata da Silvio Berlusconi». Prodi ha osservato come «quanto abbiamo ascoltato alla festa di Atreju dice che FdI si rifà a radici estremistiche e verbalmente violente. Sono loro a essersi messi a destra di Berlusconi, tanto che oggi Forza Italia è l’area moderata della coalizione».
Secondo Prodi, il successo della destra si deve in parte alle divisioni del centrosinistra. Tuttavia, il “padre dell’Ulivo” respinge ogni attribuzione di un ruolo attivo nella ricostruzione di un nuovo centrosinistra: «Intorno a me non ruota nulla. Mi limito a scrivere quello che penso, e continuerò a farlo, questo sì. Ma non c’entra col ruolo che mi si attribuisce. Non sono più determinante».
Prodi smentisce anche il suo coinvolgimento come “king maker” di Ernesto Maria Ruffini come federatore di un nuovo centro cattolico. Ha affermato: «Ruffini lo conosco e lo stimo. Siamo amici da tempo e anni fa feci anche la prefazione a un suo libro. Ma se dovessi lanciare tutti quelli a cui ho fatto prefazioni, la lista formerebbe da sola un partito. Quanto all’idea di un partito cattolico di cui sarei il mallevadore o il regista, non appartiene alla mia cultura politica. Sono cattolico ma la costruzione di un partito cattolico a mio avviso è impossibile, e direi velleitaria».
Prodi ha ribadito che la sua ambizione è sempre stata quella di unire diversi riformismi, come il cattolico, il liberale e il socialista: «Dunque, l’opposto di quello che mi è stato attribuito. Ci riuscii ai miei tempi, ma oggi non è mio compito, spetta ad altri».
L’ex premier ha poi risposto direttamente agli attacchi ricevuti da Giorgia Meloni: «Ritengo l’attacco personale che Meloni mi ha riservato un segno di grande debolezza e insicurezza». Prodi ha voluto sottolineare che quanto dichiarato è una semplice analisi politica: «Quanto ho detto è un semplice indizio politico. Possiamo fare anche l’esame analitico, se si vuole. Ribadisco: Meloni è obbediente. Lo è stata prima con Joe Biden e poi con Donald Trump. Questi sono fatti. È chiaro che essendo ubbidiente è apprezzata».
Commentando la situazione attuale del governo, Prodi ha riconosciuto una certa stabilità, ma ne ha criticato il prezzo: «Il Governo Meloni è stabile, sì. Ma si è stabilizzato al prezzo dell’immobilismo. Stabilità e unità sono state pagate con una legge finanziaria di piccole concessioni, e con l’assenza totale di riforme. E questo perché nella coalizione esistono tensioni molto forti. Meloni finora le ha gestite con abilità. Non escluderei, tuttavia, che se dovessero aggravarsi possano portare a tentazioni di elezioni anticipate».